Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE C | NUOVI MONDI, NUOVE VISIONI DEL MONDO QUANDO 1521 Inizio di una nuova fase delle guerre d Italia L arazzo cinquecentesco, celebrativo della vittoria di Carlo V, mostra un aspetto particolare della battaglia di Pavia: l irruzione delle truppe spagnole nel campo francese e la fuga delle dame al seguito di Francesco I. Lanzichenecchi Italianizzazione del tedesco Landsknechten, servi della terra , perché in gran parte di origine contadina. I due sovrani avviarono, dunque, nel 1521 una nuova fase delle guerre che ebbero l Italia come teatro: la penisola era tornata a essere la chiave di volta per il rafforzamento del potere imperiale, grazie a ciò che essa rappresentava a livello simbolico e concreto. Innanzitutto Roma era il fulcro della cristianità e nello stesso tempo richiamava i fasti dell Impero romano. Inoltre, l Italia esercitava un fascino straordinario per le sue corti rinascimentali, ritenute un modello di magnificenza artistica e di raffinatezza culturale. Ma le potenze straniere vedevano nei territori italiani anche un modo per acquisire notevoli ricchezze: si pensi alle grandi risorse finanziarie fiorentine e genovesi o alla potenza commerciale di Venezia e Napoli; o ancora a Napoli e alla Sicilia come centri strategici per il controllo dell attività mercantile nel Mediterraneo, in grado di concorrere con le agguerrite forze mercantili ottomane. Carlo V, dopo essersi mosso sul piano diplomatico, cercando e ottenendo l alleanza del papa e dell Inghilterra, attaccò e prese Milano dove restaurò la dinastia sforzesca. I successivi scontri militari fra le due potenze giunsero al culmine con la battaglia di Pavia nel 1525, in cui lo stesso Francesco I fu fatto prigioniero e portato in catene a Madrid. Qui fu firmato un trattato (1526) con cui il re di Francia, per riottenere la libertà, fu costretto a rinunciare a ogni pretesa su Milano e Napoli, a cedere la Borgogna e a lasciare i suoi figli in ostaggio in terra di Spagna. FRANCESCO I E IL FRONTE ANTIMPERIALE Condizioni così umilianti non erano accettabili e infatti, appena libero, Francesco dichiarò nullo il trattato, in quanto estorto con la forza, e iniziò a riorganizzarsi per la ripresa delle ostilità. Il re francese cercò il favore di quanti erano preoccupati per l eccessivo potere dell imperatore e macchinò per mettere in piedi un alleanza, in primo luogo con il papa, Clemente VII (1523-34), della famiglia Medici, quindi con gli altri Stati italiani che temevano di essere schiacciati dalla forza di Carlo. Francesco riuscì così a coalizzare nella Lega di Cognac (1526) il papa, Venezia, Genova, Firenze e addirittura il duca di Milano, che pure era ritornato al potere grazie a Carlo ma non voleva essere un semplice strumento nelle sue mani. Infine assicurò il suo appoggio anche il re inglese Enrico VIII, preoccupato dalla pericolosa egemonia imperiale in Europa. Lo scopo ufficiale di quest alleanza era riportare in Italia il tanto desiderato equilibrio , ma era evidente che la partita era molto più grande delle sorti di una penisola in cui, ancora una volta, si giocavano le ambizioni di contendenti stranieri. Gli Stati italiani costituivano delle semplici pedine in una partita giocata da più potenti protagonisti, a cui essi si alleavano sperando di ottenere vantaggi o privilegi. L esercito della Lega, scarsamente coordinato e lasciato senza i necessari sostegni dal re francese, subì gli attacchi delle truppe imperiali tra cui si distinsero i lanzichenecchi, mercenari tedeschi di fede luterana (quindi aderenti alla Riforma) al soldo dell Impero, che attraversarono l Italia del Nord e giunsero fino a Roma. 388 77636R_0000E01_INTE_BAS@0388.pgs 15.09.2021 14:05

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna