Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE C | NUOVI MONDI, NUOVE VISIONI DEL MONDO QUANDO 28 giugno 1519 Carlo V eletto imperatore Il motto personale di Carlo V, Plus Ultra , alludeva al confine posto dalle colonne d Ercole (Non plus ultra), quasi a significare che non esistevano limiti alla potenza dell imperatore. banchieri di Augusta, che, insieme ai Welser, sostennero le spese più ingenti, ottenendo in pegno una parte dei profitti derivanti dai metalli preziosi che provenivano dalle miniere americane. Il 28 giugno 1519 Carlo fu eletto imperatore con voto unanime e assunse il nome di Carlo V; l anno successivo fu incoronato ad Aquisgrana. UN COMPLICATO INTRECCIO Il nuovo imperatore riuniva i titoli regali di popoli e territori estremamente differenti e difficili da sistemare in modo armonico, come dimostrarono le varie tensioni cui dovette far fronte. In primo luogo, gli stessi elettori di Carlo V vollero delle garanzie a tutela delle libertà della nazione tedesca . Chiesero di non introdurre soldati stranieri in Germania, di essere consultati sulle questioni di politica estera, ma anche che non venisse modificato il sistema di elezione dell imperatore e che non fossero aumentate le tasse. Ancora più difficile era la situazione in Spagna. Il timore che Carlo curasse gli interessi politici e finanziari tedeschi e olandesi a danno di quelli spagnoli era tornato estremamente concreto. Le corporazioni e i ceti professionali pretendevano una politica attenta più all area mediterranea che a quella centro-europea e si mossero apertamente in questa direzione. Una fratellanza di artigiani e contadini, detta germanìa (da germ , fratello ), si costituì a Valencia nel 1519 all insegna di un idea nazionale che intendeva cacciare gli stranieri e ripristinare le autonomie tradizionali. Il movimento non esitò a ribellarsi ricorrendo alle armi e fu seguito immediatamente da un importante sollevazione avvenuta in Castiglia, detta dei comuneros, cui aderirono alcune città in nome di una più significativa presenza spagnola nella struttura imperiale. Quando però le richieste si fecero più radicali, con la pretesa di maggiore autonomia per le cortes e di riforme della fiscalità, i comuneros si trovarono di fronte l opposizione dell aristocrazia castigliana, pronta a schierarsi dalla parte dell imperatore per il timore di perdere i propri privilegi: il movimento fu soffocato nel sangue nel 1521. UNA MONARCHIA UNIVERSALE CRISTIANA L Impero su cui non tramonta mai il sole : così fu definito il vastissimo dominio che Carlo V aveva ricevuto in eredità. Questi immensi possessi favorirono le aspirazioni di Carlo verso una monarchia universale ispirata ai principi cristiani. Le stesse tradizioni familiari dell imperatore sembravano indirizzarlo in questa direzione: da un lato l aspirazione degli Asburgo a raccogliere sotto un unico dominio più nazionalità, dall altro la vocazione cattolica della casa regnante, intesa come collante di quel potere e di quelle nazionalità. A guidare Carlo nel suo itinerario politico e nei suoi ideali fu Mercurino di Gattinara (1465-1530), un nobile di origine piemontese che ispirò la politica dell imperatore orientandola verso la restaurazione di una monarchia universale nel segno dell unità di fede. UN PROGETTO ANACRONISTICO Una visione di tale tipo non appariva tuttavia in linea con le nuove tendenze politiche che stavano emergendo in quell epoca e anzi sembrava espressione di ideali politici medievali. Lo stesso imperatore aveva chiare le profonde differenze esistenti all interno dei suoi domini, come anche le spinte centrifughe e le insofferenze che le animavano. Alcuni studiosi hanno visto in questo sogno di Carlo V di restaurare l impero universale (la cosiddetta restauratio imperii ) un tentativo anacronistico. Le monarchie nazionali infatti si stavano affermando proprio a danno dei poteri universali, in 386 77636R_0000E01_INTE_BAS@0386.pgs 15.09.2021 14:05

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna