APPROFONDIAMO - SCIENZA E TECNOLOGIA - Galee, cocche e

L Europa alla scoperta del mondo | CAPITOLO 13 Infatti lo stretto era attraversato già da epoche antichissime, ma quando affrontavano le acque dell oceano le galee mediterranee dovevano limitarsi a navigare sotto costa perché inadatte ad affrontare onde, venti e correnti atlantiche. Non a caso furono i portoghesi, che avevano solo sbocchi sull oceano, a realizzare grazie allo scambio di conoscenze nautiche con le marinerie del Nord Europa i progressi decisivi. In particolare fu determinante la creazione di un nuovo tipo di nave, la caravella (> A ), non molto grande ma robusta e versatile: era adatta al mare aperto, per raggiungere le isole dell Atlantico che i portoghesi scoprirono e colonizzarono nella prima metà del Quattrocento, ma si rivelò preziosa nel perlustrare le coste africane perché era in grado di navigare su bassi fondali. In questo periodo ci furono anche importanti progressi negli studi geografici e nelle tecniche nautiche. Un notevole impulso venne dalla riscoperta dell opera di Tolomeo (II secolo), il maggiore geografo greco, sostenitore della teoria geocentrica. Nella sua Geografia affermava che fosse possibile individuare con precisione la posizione di un punto calcolando la sua latitudine e longitudine rispetto a un sistema di riferimento, come si fa oggi con i meridiani e i paralleli. Così come accadeva nell arte con la prospettiva (> C12.3), questa tecnica permise ai cartografi di rappresentare la terra in uno spazio razionale e matematico, grazie anche alle notizie e alle correzioni fornite da navigatori ed esploratori. Altri strumenti utili alla navigazione furono i portolani, manuali già in uso per indicare i porti, le coste e i fondali, che vennero affiancati da più dettagliate APPROFONDIAMO SCIENZA E TECNOLOGIA GALEE, COCCHE E CARAVELLE La galea (o galera) era la tipica imbarcazione mediterranea, piuttosto stretta e lunga, efficace per viaggi brevi. Grazie al numero di vogatori (fino a tre file sovrapposte) aveva una grande manovrabilità, ma non era adatta alla navigazione in alto mare, dove i remi faticavano a vincere la forza delle onde. Inoltre le vettovaglie per il numeroso equipaggio sottraevano spazio prezioso ai carichi commerciali. Dall esperienza delle Hanse nordiche veniva invece la cocca (kogge in tedesco), robusta nave in grado di affrontare le difficili acque dei mari settentrionali grazie alle fiancate tonde e rialzate che la riparavano dalle ondate. Dotata di una ricca velatura, non era veloce ma trasportava fino a 200 tonnellate di merci e non aveva bisogno di un equipaggio numeroso. Una caravella (a sinistra) e una galea. Una cocca. La caravella era un imbarcazione solida, veloce, abbastanza capiente e soprattutto molto maneggevole, il che consentì di imbarcare equipaggi ridotti. Aveva da uno a tre alberi con vele triangolari (dette latine ), in grado di sfruttare al meglio anche i venti contrari, e per la navigazione in mare aperto vennero aggiunte grandi vele quadre, che permettevano di sfruttare meglio i venti favorevoli. 339 77636R_0000E01_INTE_BAS@0339.pgs 15.09.2021 13:49

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna