Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT Sebastiano del Piombo, Ritratto di Vittoria Colonna, 1520 ca. Nobile e colta, la Colonna era in contatto con molti intellettuali dell epoca, tra cui Michelangelo. LA FORMAZIONE UMANA: LA PEDAGOGIA Attraverso la riscoperta del mondo classico gli umanisti presero a elaborare un nuovo ideale di uomo, un uomo da formare attraverso lo studio delle humanae litterae. E fu proprio l attenzione verso la formazione a far nascere in molti centri italiani, nel corso del Quattrocento, l idea di attivare delle vere e proprie scuole umanistiche per realizzare un modello educativo ispirato ai nuovi principi. Si volevano educare le giovani menti alla capacità critica e all uso di strumenti rigorosi. Ispirandosi alle opere antiche, si desiderava sviluppare l abilità dialettica e liberare la forza creativa di ogni giovane, senza ricorrere a metodi autoritari. L umanista Vittorino da Feltre (1378-1446) fu uno dei principali ispiratori di questa pedagogia che intendeva armonizzare la molteplicità dei saperi, dalla filosofia alla retorica, dalla storia alle scienze naturali, in vista di una formazione complessiva dell individuo. Simbolo di questo atteggiamento è la figura di Leonardo da Vinci (1452-1519): le sue conoscenze negli studi di meccanica, di ottica, di anatomia, di ingegneria si coniugarono con una magistrale capacità pittorica e inventiva, dimostrando quanto la mentalità umanistica fosse determinante nell integrare discipline diverse. Dalla formazione umanistica furono, invece, sostanzialmente escluse le donne, nonostante i propositi di riconoscimento della dignità umana così convintamente professati. Sono limitati gli esempi di donne che emersero nelle attività culturali: si ricordano Vittoria Colonna (1492-1547), autrice di liriche amorose e religiose, e Gaspara Stampa (1523-54), poetessa in stile petrarchesco. La loro alta collocazione sociale ne spiega l affermazione, ma si tratta di casi rari: difficilmente le donne anche di buona condizione sapevano leggere e scrivere. Più spesso la formazione femminile avveniva in monastero; per le donne comuni restava il consueto destino di chiusura nelle case, confinate al ruolo di madri e spose (o suore nei conventi), sempre sottomesse al potere maschile. Non sono pochi i trattati umanistici che presentano forte intonazione misogina. In alcuni casi essi si preoccupano di stabilire le forme e le regole che la figura femminile doveva seguire nel comportamento, soprattutto all interno del matrimonio, per poter essere ritenuta degna . Altri testi invece celebrano la nobiltà femminile nel tentativo di rivedere i tradizionali luoghi comuni sull inferiorità della donna rispetto all uomo. Resta il fatto che il matrimonio e la famiglia sembrano essere l unico ambiente per la considerazione sociale e umana della donna, alla quale non era consentito uscire dagli schemi sociali tradizionali. L UOMO ARTEFICE DEL SUO DESTINO Non più considerato una creatura peccatrice e incapace di risollevarsi con le sue sole forze, ora l uomo era ritenuto artefice del proprio destino, anzi era egli stesso la misura di tutte le cose (> F ). Era questa una visione strettamente legata alla società urbana dell epoca, in cui si erano ormai affermate nuove professioni (dai mercanti ai notai, ai funzionari) che si stavano orientando verso valori civili improntati alla laboriosità, all industriarsi nella vita pratica, all apprezzamento dell intelligenza e di quelle capacità individuali che già la cultura classica aveva valutato positivamente. Nello stesso tempo gli umanisti stavano rinnovando il modo di intendere l impegno pubblico, in particolare l attività politica; gli studiosi hanno coniato l espressione Umanesimo civile per definire la nuova dimensione che legava 304 77636R_0000E01_INTE_BAS@0304.pgs 15.09.2021 13:01

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna