Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT QUANDO 1357 Costituzioni egidiane della Chiesa ponendo le condizioni per il ritorno del papa da Avignone. Nell intento di dare solidità all indebolito potere pontificio, egli si preoccupò di riordinare la struttura di governo dello Stato con l emanazione delle Costituzioni egidiane (1357). Questa raccolta di leggi stabiliva una nuova organizzazione amministrativa su base provinciale, con la presenza di funzionari pontifici che avevano l incarico di sottomettere i numerosi poteri signorili presenti sul territorio dello Stato. A tale scopo il cardinale fece erigere anche strutture militari fortificate. IL RITORNO DELLA SEDE PAPALE A ROMA Dopo la fine dello scisma d Occidente, nel 1417 (> C8.3), il ritorno a un unico pontefice nella città eterna consentì una decisa politica di rafforzamento del potere temporale. A ostacolare questo tentativo giocava, tuttavia, il fatto che il papato non era una monarchia ereditaria ma elettiva. Ciò significava che la nomina di ogni nuovo pontefice era in mano ai cardinali elettori, i quali sulla base di precisi interessi si alleavano o si scontravano in competizioni di natura tutt altro che spirituale. Per rafforzare il proprio potere politico e limitare condizionamenti e pressioni da parte dei cardinali e della curia, i pontefici provarono ad assicurarsi l appoggio della loro famiglia, così come stavano facendo anche i vari signori italiani. In primo luogo crearono entità territoriali nello Stato pontificio assegnandole in feudo a parenti, in modo da costituire una base di potere signorile affidabile. In secondo luogo, i papi assegnarono ai propri familiari (nipoti ma anche figli) cariche eminenti di tipo politico o militare o ancora responsabilità di prestigio in ambito ecclesiastico. In particolare, si affermò l uso di indicare un cardinal nipote , collocando all interno del collegio cardinalizio una figura di assoluta fiducia che finì per ricoprire un ruolo fondamentale nella complessa gestione del governo pontificio. Questa prassi prese il nome di nepotismo. Le potenti famiglie dei Borgia, dei Della Rovere, dei Medici e dei Farnese trasformarono la sede romana in una corte sfarzosa tutta presa da preoccupazioni finanziarie e dedita a imprese militari e intrighi politici. La mano di Dio protegge il papa Gregorio XI dalla minaccia di un soldato, miniatura trecentesca. Gregorio, il pontefice francese che riportò il papato a Roma, era stato un cardinal nepote, nominato dallo zio Clemente VI all età di diciott anni. LA CAPACIT DIPLOMATICA DEL PAPATO Un ulteriore punto di forza del papato dal punto di vista politico fu la costituzione di un qualificato corpo diplomatico, il cui scopo fu di trovare l appoggio dei vari Stati europei attraverso la stipula di concordati, cioè accordi bilaterali, con cui il papa concedeva ai sovrani una serie di vantaggi in cambio di sostegno e appoggi (> C8.4). Sulla base di questo rinnovato prestigio internazionale, fondato sui rapporti diplomatici (che divennero un modello ripreso dalle corti europee), la Chiesa assunse un ruolo sempre più decisivo anche nelle vicende politiche italiane (> A ). Attraverso un maggiore controllo della gerarchia ecclesiastica, in particolare sui vescovi, il papato provò, inoltre, a subordinare a sé i titolari dei benefìci allo scopo di formare un sistema finanziario e fiscale centralizzato in cui far confluire direttamente la gestione dei patrimoni delle chiese locali, costituiti da oboli, decime, censi, diritti. Sia nei territori italiani sia in Europa, l amministrazione più capillare e attenta, sostenuta da un più efficiente apparato burocratico, consentì alla sede papale di disporre di entrate continue per le proprie casse. Con le enormi risorse finanziarie che così affluirono a Roma, i papi ebbero l oppor- 272 77636R_0000E01_INTE_BAS@0272.pgs 15.09.2021 14:48

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna