Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT Pisanello, Medaglia di Filippo Maria Visconti, 1441. QUANDO 1427 Battaglia di Maclodio Repubblica Il termine deriva dal latino res publica, cosa pubblica , cioè Stato . Nell antichità e nel Medioevo le repubbliche non avevano un re ma la società e lo Stato erano caratterizzati da forme di privilegi (caste nobiliari, sacerdotali ) che escludevano dalla partecipazione alla cosa pubblica gran parte della popolazione. Il potere non apparteneva dunque a tutti i cittadini, come invece accade nelle repubbliche contemporanee. QUANDO IL FALLIMENTO DEL TENTATIVO VISCONTEO La costruzione territoriale realizzata da Gian Galeazzo, non sostenuta da un adeguata visione politica, si sbriciolò in poco tempo. Le altre potenze della penisola, Firenze e Venezia, ne approfittarono reagendo con una controffensiva simultanea per espandere le rispettive aree di influenza. Si spegneva così il tentativo visconteo, mostrando la sua debolezza: senza un vero disegno aggregatore, Gian Galeazzo non aveva fatto alcuno sforzo per dare unità all insieme dei territori conquistati. Con Filippo Maria (1392-1447), rimasto unico erede di Gian Galeazzo dal 1412, l espansione viscontea riprese nel 1421 con la riconquistata di Genova e l acquisizione della Romagna. Il suo ducato si trovava però circondato dai possessi dei Savoia, dalle conquiste veneziane e dalla rinnovata potenza di Firenze. Proprio Venezia e Firenze, riunite in una momentanea alleanza, sconfissero il Visconti nella battaglia di Maclodio nel 1427. Filippo Maria, tuttavia, continuò nel suo piano e tentò di sostenere Alfonso d Aragona contro gli Angioini per la successione al Regno di Napoli con l intento di creare due grandi aree italiane: il Nord sotto l egemonia viscontea e il Sud guidato dagli Aragonesi. L ambizioso progetto si fermò nel 1447, quando morì Filippo Maria, ultimo maschio della dinastia viscontea. L ASCESA DEGLI SFORZA Venuta meno la prospettiva politica dei Visconti, l equilibrio che era stato stabilito fino a quel momento fu rimesso in discussione soprattutto dai tentativi di Venezia di estendere la propria area di influenza verso il ducato, fino a conquistare Brescia e Bergamo. Le caotiche vicende che a Milano seguirono la morte di Filippo Maria portarono al tentativo dell aristocrazia cittadina di costituire una effimera Repubblica ambrosiana (1447-50), debole perché minacciata da un lato dagli interessi veneziani sul ducato, dall altro dai pretendenti alla successione. In questo contesto emerse la figura di Francesco Sforza (1401-66), un abile e ambizioso condottiero al soldo di Milano (> A ). Dopo aver sposato la figlia di Filippo Maria Visconti, Bianca Maria, e averne acquisito la dote, lo Sforza divenne il vero mediatore nella lotta fra Milano e l alleanza antiviscontea, muovendosi con abilità fra i consueti giochi di alleanze e cambiamenti di fronte. La città affidò alle sue riconosciute doti militari la salvezza dalle mire veneziane. Divenuto padrone della situazione, lo Sforza abolì la repubblica e divenne signore e duca di Milano (1450). 1450 Francesco Sforza signore di Milano La miniatura mostra Francesco Sforza tra i grandi condottieri della storia, tra cui Cesare, Scipione e Annibale. L immagine riprende il tema trecentesco dei nove prodi , incarnazioni delle virtù cavalleresche, con chiaro intento celebrativo del duca e della sua dinastia. 258 77636R_0000E01_INTE_BAS@0258.pgs 15.09.2021 14:46

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna