1 DAI COMUNI ALLE SIGNORIE

Stati e signorie in Italia | CAPITOLO 10 1 DAI COMUNI ALLE SIGNORIE LE CONTRADDIZIONI DELL ESPERIENZA COMUNALE Negli ultimi decenni del Trecento, mentre in Europa cominciavano a configurarsi le prime forme di Stato nazionale, il panorama italiano era ben diverso: la penisola era frammentata e composita nella sua organizzazione politica e territoriale, suddivisa in molteplici entità. Per capire le dinamiche con cui si svolse il processo politico italiano occorre partire dalla considerazione dell esperienza comunale come carattere distintivo del territorio centro-settentrionale della penisola. I comuni italiani rappresentarono un elemento di forte autonomia politica grazie alla capacità di difendere la loro indipendenza rispetto alle mire dell Impero. Ma furono anche espressione di un acuta frammentazione e di una gelosa difesa delle proprie specificità. FRAMMENTAZIONE E INSTABILIT POLITICA Questi poteri, dai maggiori ai minori, avevano avuto buon gioco ad affermarsi per due sostanziali ragioni, collegate alla crisi dei poteri universali (> C8): l assenza dell Impero, che pure era ufficialmente detentore della sovranità sulle terre del Nord della penisola; Andrea Orcagna, La cacciata del duca di Atene, 1345 ca. Stanchi delle lotte tra guelfi e ghibellini, nel 1342 i fiorentini scelsero come podestà il francese Gualtieri di Brienne, duca di Atene. Questi ben presto iniziò ad agire in maniera dispotica, tanto che dopo pochi mesi i cittadini si rivoltarono e lo scacciarono (sulla destra, allontanato da un angelo). la lontananza del papato, lacerato da scismi e scissioni legate, in particolare, alla perdurante presenza della sede apostolica ad Avignone (1309-77). Piero della Francesca, Ritratto di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, 1465-72 ca. LA FORMAZIONE DELLE SIGNORIE Il logoramento delle istituzioni comunali cominciò a mostrare i suoi primi effetti a partire dalla fine del Duecento, quando si costituirono alcune signorie cittadine di tipo personalistico, a vocazio- Tutti avevano comunque rifiutato ogni tipo di aggregazione politica, facendosi forti anche della tradizione autonomistica delle città italiane attraverso il richiamo alla libertas Italiae ( libertà d Italia ), principio con cui si designava contemporaneamente la difesa delle libertà nel sistema politico interno ma anche il rifiuto di ogni dominazione esterna. L esasperata conflittualità tra fazioni politiche, anche all interno di uno (come l emblematico scontro tra guelfi e ghibellini (> C4.2), stesso comune (c provocava gravi grav ripercussioni sulla stabilità degli ordinamenti istituzionali e sottolineava, sottolineava in modo evidente, la centralità degli interessi di parte. Questa persistente instabilità era dovuta, fra le altre ragioni, all inQue tensa evoluzione sociale in atto in numerose città italiane del Centro-Nord, dove il notevole sviluppo economico aveva porCen tato in auge nuovi soggetti e clan familiari. Questi nuovi ceti tat erano pronti a conquistarsi ruoli e funzioni politiche a difesa er dei loro interessi, mentre altri soggetti sociali esclusi dal potere de reclamavano una presenza significativa nel confronto politico, re ccome dimostrò la vicenda dei ciompi a Firenze (1378), ribellatisi per conseguire appunto spazi politici, oltre che riconol scimenti salariali (> C7.2). s A tutto ciò si aggiungevano le continue ostilità fra comuni vicini, generate dalla volontà di estendere la propria m influenza sul contado circostante o imporre l egemonia su altri centri urbani. Queste vicende si inserivano, come abbiamo visto, in un quadro di complessiva debolezza dell istitum zione imperiale, ormai priva della sua forza universalistica e z caratterizzata da una sostanziale frammentazione politica. cara 253 77636R_0000E01_INTE_BAS@0253.pgs 15.09.2021 14:46

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna