Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT Nobili e contadini in campagna, affresco quattrocentesco. I MUTAMENTI ECONOMICI Di fronte alla forte riduzione della manodopera in primo luogo si verificò un generalizzato aumento dei salari in varie parti d Europa, sia pure in tempi differenti da zona a zona. Ciò significò un maggiore potere d acquisto, in particolare nelle zone rurali. I contadini e i coloni ne ebbero sicuri vantaggi almeno nel periodo immediatamente successivo alla peste, perché poterono godere di maggiori disponibilità di cibo e nello stesso tempo di migliori condizioni contrattuali. Infatti i proprietari terrieri, oltre ad aumentare i salari, furono costretti a concedere ai contadini la riduzione dei canoni di locazione delle terre. La conseguenza fu una diminuzione delle rendite fondiarie che per di più coincise con un altro duro colpo: la minore domanda dovuta al calo demografico portò infatti a un generale calo dei prezzi dei prodotti agricoli, facendo ulteriormente diminuire i guadagni dei proprietari specialmente nelle zone di coltura dei cereali, il cui valore subì un vero crollo. NUOVE CONDUZIONI DI TERRE Alla crisi della conduzione agricola signorile furono date risposte diverse a seconda delle zone. Nelle aree orientali del continente i proprietari terrieri accentuarono i vincoli feudali determinando un aggravamento delle condizioni dei ceti rurali: acuirono il carico di lavoro dei contadini, ne limitarono gli spostamenti vincolandoli alle terre con un rapporto di tipo servile, aumentarono le prestazioni lavorative gratuite e inasprirono la tassazione. In Europa occidentale, invece, i patrimoni signorili vennero estesi con l acquisizione di terre abbandonate o cedute dalla piccola proprietà contadina. Queste terre erano poi date in affitto a nuovi coloni. In alcune zone dell Europa mediterranea si modificarono anche le forme giuridiche del contratto agrario; particolare fortuna ebbe, soprattutto in Toscana, il contratto di mezzadria, con cui il colono si impegnava a lavorare un podere, dividendo spese e utili a metà con il proprietario. Il tentativo di individuare nuove forme di gestione del patrimonio terriero fu facilitato dalla diffusione di terreni incolti che consentì la riconversione delle terre in pascoli (soprattutto di bovini e ovini) in modo da sostenere le rendite con la produzione di latte, carne, formaggi. In Italia la campagna romana e quella pugliese, in precedenza grandi produttrici di grano, furono le zone più interessate alla diffusione della pastorizia. In Puglia, nella zona del Tavoliere, fu istituito un sistema doganale per il prelievo delle tasse sulla transumanza, cioè sul movimento delle greggi tra la montagna e la pianura a seconda delle stagioni. Sull altipiano della Castiglia, in Spagna, i proprietari di greggi si riunirono in un associazione, chiamata Mesta, e presero ad allevare capi di pecora di razza merino, da cui derivava una lana pregiata che consentì la crescita delle esportazioni. NUOVE ATTIVIT AGRARIE La caduta delle rendite agricole, unita al calo delle attività commerciali causato dal declino della popolazione (ma anche dalle guerre in Europa), incitò una parte di proprietari di terre, soprattutto di origine borghese, a investire capitali nel settore agricolo. Non potendo più ricorrere all espansione delle aree coltivabili, che anzi come abbiamo visto si contraevano, 178 77636R_0000E01_INTE_BAS@0178.pgs 15.09.2021 15:41

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna