Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE I dieci protagonisti del Decameron in una miniatura francese quattrocentesca. Processione di flagellanti, miniatura trecentesca. Una teoria ricercava negli astri le cause della peste, trovandole nella funesta congiunzione dei pianeti Marte, Saturno e Giove nel segno dell Acquario. Un altra teoria, detta miasmatica , individuava la causa della pestilenza nella corruzione dell aria, provocata da esalazioni malsane come quelle prodotte da sostanze in decomposizione o acque stagnanti; perciò prescriveva di purificare l aria con il fuoco, in modo da renderla meno umida, oppure utilizzando sostanze aromatiche o spugne imbevute di aceto. Ovviamente nessuno di questi rimedi aveva una reale efficacia, per cui molti pensarono di fuggire verso luoghi ritenuti immuni dalla pestilenza, abbandonando quando possibile le città che, così, videro ridurre ulteriormente i propri abitanti. Lo scrittore Giovanni Boccaccio prese spunto da una situazione del genere per ambientare il suo Decameron, scritto pochi mesi dopo l epidemia del 1348: dieci giovani nobili, maschi e femmine, decidono di recarsi nel contado fuori Firenze, dove trascorrono il tempo tra balli, canti e piacevoli racconti. L allegra brigata riesce così a ricostruire, anche se per poche settimane, quei rapporti sociali e civili che il morbo, la paura e l egoismo hanno distrutto in città. In realtà molti centri tentarono di organizzarsi per ridurre le occasioni di contagio, imponendo regolamenti sanitari volti a limitare l accesso di forestieri e lo spostamento dei propri abitanti. Inoltre furono predisposti luoghi per la quarantena, isolando quanto più possibile i malati e quanti erano riusciti a guarire. Però riuscirono a restare immuni solo pochissime zone, come Milano e la regione intorno a Liegi o ancora una significativa area della Polonia. Anche le sepolture venivano controllate e i cadaveri degli appestati venivano sistemati in fosse comuni, a volte bruciati o coperti di calce. Le autorità pubbliche tentarono anche di vietare adunanze e raduni nelle piazze per ridurre le possibilità di contagio ma con scarsi esiti. L IMMAGINARIO COLLETTIVO Un fenomeno così travolgente e distruttivo poneva ovviamente interrogativi decisivi agli uomini del tempo. La risposta che ebbe maggior seguito fu di natura religiosa. Alcuni, per il fatto che la peste si era originata in Oriente, ritenevano che Dio volesse colpire gli infedeli e che, quindi, i cristiani fossero solo delle vittime innocenti. Per tanti invece quel che stava accadendo era la terribile punizione divina per i peccati degli esseri umani, in particolare per la corruzione, la lussuria, gli omicidi, le guerre. Molti cercavano nella protezione di Dio la propria salvezza facendo processioni e invocando il perdono divino; alcuni espiavano pubblicamente i peccati frustandosi a sangue, come i flagellanti. Le angosce si materializzarono in fenomeni di terrore collettivo, che si tentò di scongiurare attraverso strane mescolanze di riti religiosi e pratiche superstiziose allo scopo di suscitare la clemenza di Dio. Simili espressioni di fanatismo si diffusero in tutta Europa, tanto che il pontefice in persona, Clemente VI, fu costretto a intervenire per condannare questi eccessi. 156 77636R_0000E01_INTE_BAS@0156.pgs 15.09.2021 13:31

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna