APPROFONDIAMO - SOCIETÀ E COSTUME - L’impotenza della

La crisi del Trecento | CAPITOLO 6 Promiscuità Dal latino miscere, mescolare : convivenza indistinta fra elementi diversi, per esempio fra maschi e femmine o fra persone e animali; anche nel caso di persone diverse per condizione o per provenienza etnica. Pandemia Epidemia che si manifesta su vastissimi territori contagiando un notevole numero di malati in più continenti (dal greco p n e d mos, tutto il popolo ). vivano per l approvvigionamento idrico) e dalla diffusa promiscuità con gli animali; l inefficacia della medicina dell epoca, del tutto incapace di prevenire e di curare malattie di questa portata: salassi e purghe erano i rimedi più diffusi, oltre all uso di decotti e preparati, totalmente inefficaci contro un infezione batterica così virulenta (> A ). Al propagarsi dell infezione contribuirono anche alcune forme di vita associata e comunitaria, come nel caso dei soldati, o le manifestazioni religiose. L incidenza sulla popolazione europea a parte poche zone rimaste pressoché indenni fu enorme, ma duramente colpite furono anche l Asia e l Africa, tanto che si può parlare di una vera pandemia. Fino al Seicento la peste divenne endemica anche in Europa, ripresentandosi più volte, anche se su scala più ridotta. LE REAZIONI ALLA PESTE La scienza dell epoca, ancora intrisa di teorie filosofiche e di superstizione, avanzò diverse ipotesi per spiegare l origine del male e come combatterlo. APPROFONDIAMO SOCIET E COSTUME L IMPOTENZA DELLA MEDICINA Che si trattasse di vera peste o di un altra malattia epidemica, la medicina medievale poco sapeva e di conseguenza poco poteva fare. La causa del male veniva cercata nel cielo, negli elementi naturali (aria, acqua), o nel mondo soprannaturale (Dio o Satana); si ignoravano invece i topi, che pure erano dappertutto, in magazzini, cloache, granai, case, tra i rifiuti abbandonati ovunque, e si ignoravano le pulci, abitanti abituali di vestiti, letti, tappeti, sacchi di cereali, balle di tessuti e appunto anche dei topi. Dal punto di vista farmacologico, la peste veniva affrontata come le altre malattie utilizzando le proprietà dei semplici , piante medicali coltivate nell orto del convento o dell ospedale. Medici e speziali, cioè coloro che trattavano spezie ed erbe medicinali, preparavano medicamenti con quanto trovavano in natura: prezzemolo e aglio, spezie e fegato di pollo; per i clienti più ricchi si usavano anche pietre preziose polverizzate, cui la superstizione attribuiva poteri magici. A livello terapeutico si praticava il salasso, l estrazione di sangue attraverso l applicazione di sanguisughe o l incisione di una vena. Utile in alcuni casi, come certe forme di ipertensione, in realtà indeboliva fisici spesso già provati. l isolamento dei malati nelle loro case, una misura che però era difficile da mantenere con rigore e che infatti quasi mai riuscì a evitare il diffondersi del contagio. Le numerose pestilenze portarono a escogitare misure più sistematiche come la quarantena, l obbligo di tenere isolate per quaranta giorni persone e merci giunte da luoghi infetti o sospettati di esserlo. A Venezia, la prima città a istituire una magistratura dedicata a questo aspetto, la quarantena veniva svolta nell isola di Santa Maria di Nazareth, detta anche Nazarethum. Qui da tempo alcuni monaci accoglievano i lebbrosi e i malati di ritorno dalla Terrasanta. Al 1423 risale il primo ricovero approntato prontato per i malati di peste, che prese rese il nome lazzaretto per ricordare dare il Lazzaro povero e malato della ella parabola evangelica. Successivamente altre città à si dotarono di spazi e strut-ture simili, come Milano con la Ca Granda (1456) e Siena con l ospedale di San-ta Maria della Scala. PREVENZIONE E ASSISTENZA Poiché dunque non c erano rimedi alla peste, la cosa migliore era non ammalarsi. Di una certa efficacia era Un medico incide il bubbone one di un appestata, miniatura quattrocentesca. 155 77636R_0000E01_INTE_BAS@0155.pgs 15.09.2021 13:31

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna