APPROFONDIAMO - SCIENZA E TECNOLOGIA - La storia del clima

La crisi del Trecento | CAPITOLO 6 QUANDO 1315-47 Calo dei raccolti dovuti alle avverse condizioni climatiche. Gravi carestie in Europa I CAMBIAMENTI CLIMATICI Una terza, importante causa fu di natura ambientale. A partire dal Trecento si sentirono gli effetti di un brusco mutamento climatico, allorché l Europa settentrionale fu colpita da eccezionali ondate di piogge che provocarono danni enormi. Fra il 1315 e il 1346-47 si stimano perdite dei raccolti in Europa di circa il 35% per i cereali e le cifre furono superiori per le piante da frutto. Nel giro di pochi anni il fenomeno coinvolse l intero continente (> F , pag. 150). All aumento delle precipitazioni si associò un repentino abbassamento delle temperature, che portò inverni così rigidi da ghiacciare alcune zone utilizzate come spazio agricolo, riducendo ulteriormente le aree coltivabili e quindi la produzione complessiva di beni di prima necessità (> A ). APPROFONDIAMO SCIENZA E TECNOLOGIA LA STORIA DEL CLIMA Come possiamo sapere che tempo faceva mille anni fa? Per studiare la storia del clima ci sono diverse fonti. In primo luogo quelle scritte: sono molte le testimonianze dirette, come le cronache che raccontano soprattutto di catastrofi (alluvioni, siccità, carestie), oppure quelle indirette, come i libri mastri che riportano i dati dei raccolti, o ancora le disposizioni normative delle città, che per esempio concedevano sgravi o imponevano nuove tasse per far fronte a particolari circostanze. Ma ciò non è sufficiente per avere un quadro complessivo delle condizioni climatiche: queste fonti sono spesso abbastanza imprecise e limitate. Gli storici perciò si affidano a una serie di discipline scientifiche in grado di fare luce su fenomeni generali. I dati su cui si lavora sono in massima parte ottenuti dallo studio di reperti di vario genere, che permettono di risalire anche molto indietro nel tempo. La botanica, e in particolare la paleobotanica (paleo significa antico ), analizza piante e pollini contenuti nei resti di natura biologica; consentendo di riconoscere i vari tipi di vegetazione, permette di capire quale clima fosse presente in quel territorio in un determinato periodo. Importante è il contributo della glaciologia, cioè lo studio dei ghiacciai: gli strati di ghiaccio che si aggiungono ogni anno, per secoli e millenni, possono essere diversi per spessore e consistenza e danno informazioni utilissime sulle condizioni climatiche. Inoltre, possono contenere residui organici come pollini o particolari polveri, come per esempio quelle rilasciate da eruzioni vulcaniche distanti anche migliaia di chilometri. Quando rimangono a lungo sospese nell atmosfera, queste polveri possono ridurre il passaggio dei raggi solari, causando abbassamenti anche importanti della temperatura, con conseguenze significative per la vita sul pianeta. Utili informazioni può fornire la dendroclimatologia (dendron in greco significa albero ): come gli strati del ghiaccio, anche gli anelli dei tronchi cambiano di spessore in relazione alle condizioni climatiche più o meno favorevoli allo sviluppo delle piante. Analisi di questo tipo vengono condotte non solo su alberi plurisecolari ancora viventi ma anche su piante morte o addirittura fossili. La datazione dei reperti organici può avvenire attraverso il sistema del radiocarbonio, che calcolando il tempo di decadimento di un particolare atomo di carbonio consente di datarli con un apprezzabile approssimazione. Questo metodo risulta di grande utilità in archeologia anche per misurare reperti delle età preistoriche o protostoriche. Ovviamente tutte queste discipline forniscono informazioni che vanno verificate e intrecciate tra di loro, secondo una procedura che è alla base di ogni seria ricerca scientifica e storica. La sezione del tronco di un albero (sono ben visibili gli anelli di accrescimento). 149 77636R_0000E01_INTE_BAS@0149.pgs 15.09.2021 13:30

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna