Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE Monopolio Diritto esclusivo. In ambito politico, è la progressiva tendenza del potere centrale a estendere la sua autorità e le sue prerogative fino a escludere ogni altra entità in competizione con esso. In economia, è così chiamato l accentramento della disponibilità di un bene o di un servizio nelle mani di un solo soggetto (o di una categoria ristretta). Questa importante raccolta di leggi, nota anche come Liber Constitutionum Regni Siciliae, esaltava la funzione universale dell imperatore, ponendolo come unica fonte normativa; egli rappresentava l autorità suprema ed era detentore del monopolio della forza, per cui tutte le formazioni politiche locali si dovevano sottomettere di fronte alla legge, si trattasse di signori feudali o di istituzioni comunali. A sostegno dell ideale politico di Federico intervenne l azione dei funzionari regi che si erano formati all università di Napoli, da lui stesso fondata nel 1224 con lo scopo di dare al regno il personale amministrativo capace di portare avanti in modo coerente il suo disegno politico centralista. LA CORTE FEDERICIANA Proprio l attività culturale fu sempre il fiore all occhiello del sovrano svevo. Federico fece della corte reale di Palermo il centro di raccolta dei più importanti studiosi, letterati, giuristi, scienziati allora in circolazione: arabi e bizantini, ebrei, cristiani e musulmani trovarono ospitalità nella capitale del regno e rappresentarono un esempio luminoso per la pluralità di vedute che potevano professare in un contesto di tolleranza e rispetto, senza distinzioni di origine o di fede. Federico chiamò intorno a sé poeti e scrittori che fondarono, alla corte imperiale, la scuola siciliana , uno dei primi e più rilevanti centri di produzione poetica in lingua volgare italiana. Lo stesso re fu compositore di poesie e scrisse un trattato sull arte della caccia. A uomini di cultura Federico affidò anche importanti responsabilità politiche, come nel caso di Pier delle Vigne, giurista, poeta ed esperto amministratore, che seppe realizzare una minuziosa opera di censimento delle proprietà terriere particolarmente utile ai fini fiscali. LA LOTTA CONTRO I COMUNI E IL PAPATO Il progredire del programma politico di Federico, oltre a provocare la crescente ostilità dei baroni, incontrava la decisa avversione dei comuni italiani, gelosi delle autonomie acquisite. Un ulteriore ostacolo il sovrano trovò nel papa Gregorio IX (1227-41), il quale appoggiò un alleanza contro l imperatore perché vedeva il reale rischio di restare accerchiato dai domini svevi. I mosaici della Cappella palatina del Palazzo reale (o Palazzo dei normanni), a Palermo, che ospitava la corte di Federico II. 114 77636R_0000E01_INTE_BAS@0114.pgs 15.09.2021 14:54

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna