Tua vivit imago - volume 1

REPERTORIO METRICO ci sono impiegati, in maniera pressoché esclusiva, nel teatro, in particolare come strutture ritmiche ricorrenti delle parti dialogate (deverbia), ma non è inusuale il loro utilizzo anche nei cantica, nelle parti cantate. Delle varie tipologie di versi trocaici, i più frequenti sono il settenario e l ottonario trocaico. Settenario trocaico Il settenario trocaico si presenta di fatto come l adattamento latino del tetrametro trocaico catalettico greco. Appare infatti costituito da sei piedi trocaici con l aggiunta di un metrum trocaico catalettico, cioè mancante dell ultimo elemento, e presenta quasi sempre una forte pausa (de nita tecnicamente dieresi , per il fatto che cade tra un piede e l altro e non si veri ca all interno di uno stesso piede, nel qual caso si parla invece di cesura ) mediana, che è collocata cioè fra quarto e quinto piede. Il suo schema è il seguente: x x x II x x Ottonario trocaico L ottonario trocaico è costituito da una sequenza di otto trochei ed è anch esso, come il settenario, caratterizzato spesso dalla presenza di una dieresi mediana, ovvero dal veri carsi di una forte pausa tra ottavo e nono elemento. Per la sua particolare conformazione è stato a volte interpretato, in realtà, più che come un verso autonomo, come la giustapposizione di due quaternari trocaici, ed è stato spesso dif cile per gli studiosi distinguere tra i due, quando i testi antichi presentino lunghe sequenze di ottonari o quaternari trocaici. Questo lo schema dell ottonario trocaico: x x x II x x x Versi anapestici I versi anapestici sono costituti da sequenze di anapesti che possono essere strutturate in successioni di singoli piedi o in successioni di metra (un metrum anapestico è costituito da due piedi anapestici: ). A quanto sembra, la loro origine deve essere rintracciata in area dorica, laddove vennero inizialmente impiegati come metri per i canti di marcia spartani: ciò troverebbe conferma nel fatto che nella letteratura greca i ritmi anapestici siano prevalenti in generi fortemente in uenzati dalla tradizione dorica, come la lirica corale, o, in ambito teatrale, nelle sezioni in cui il coro s lava sulla scena, per così dire 850 marciando davanti agli spettatori (ovvero nella pàrodo, ingresso , e nell èxodos, chiusa , delle tragedie e nella paràbasi della commedia arcaica). Nella letteratura latina, i versi anapestici sono utilizzati principalmente nella poesia scenica. Come i versi giambici e trocaici, anche quelli anapestici presentano una notevole imprevedibilità nella loro realizzazione pratica, dovuta alla possibilità di sostituire le due brevi iniziali con un elemento lungo o la lunga nale con due elementi brevi. All interno del nutrito numero di versi che appartengono a questa categoria, i più ricorrenti nella letteratura latina sono il dimetro anapestico e il settenario e l ottonario anapestico. za preminente nelle opere drammatiche. Questo lo schema: II Ottonario anapestico L ottonario anapestico è un verso formato da otto piedi anapestici e, come il settenario, presenta quasi sempre una dieresi mediana, tra quarto e quinto piede, da cui l ipotesi, infondata, che possa trattarsi della semplice giustapposizione di due dimetri anapestici. Anch esso è usato molto di frequente nel teatro, sia tragico che comico. Il suo schema è il seguente: II Versi cretici Dimetro anapestico Il dimetro anapestico è costituito da due metra anapestici, spesso intervallato da una pausa mediana, una dieresi, che cade tra primo e secondo metrum. Adoperati sia singolarmente sia in sistemi, cioè in sequenze sse di versi o in strofe, i dimetri anapestici furono impiegati di frequente nel teatro e nella lirica, sia greca che latina. Il suo schema è il seguente: II molto diffusa, soprattutto all interno di sistemi ritmici, la versione catalettica del dimetro, cioè mancante dell ultimo elemento, che è nota anche con il nome di paremiaco (il nome deriva dal gr. parooimia, proverbio , probabilmente per il fatto che questa forma metrica era comunemente utilizzata per i proverbi) e presenta il seguente schema: I versi cretici si fondano sulla ricorrenza, in successioni più o meno lunghe, di piedi cretici e sono molto diffusi nella poesia scenica, quella arcaica in particolare. Tra i versi cretici, quello impiegato più di frequente è il tetrametro (o quaternario) cretico. Tetrametro cretico Composto da quattro piedi cretici, questo verso presenta una struttura piuttosto regolare, anche nelle sue esecuzioni pratiche, poiché la realizzazione di un elemento lungo con due sillabe brevi viene in genere evitata, o quanto meno è molto limitata. molto frequente, ma non sistematica, la presenza di una dieresi mediana, dopo il sesto elemento. Lo schema del tetrametro cretico è il seguente: x Versi ionici Settenario anapestico Formato da otto piedi anapestici, l ultimo dei quali mancante del secondo elemento, il settenario anapestico costituisce il corrispondente latino del tetrametro anapestico greco (allo stesso modo in cui il senario giambico corrisponde al trimetro giambico). Presenta quasi sempre una dieresi mediana, tra quarto e quinto piede, cosa che ha fatto erroneamente supporre che questo verso possa essere nato dall unione di un dimetro anapestico e un paremiaco (dimetro anapestico catalettico). Così come il tetrametro anapestico, nella letteratura greca, è adoperato prevalentemente nel teatro, andando a costituire, in particolare, il ritmo centrale della paràbasi della commedia arcaica, anche il settenario anapestico, nella letteratura latina, assume un importan- I versi ionici si basano sulla presenza di due metri piuttosto ricorrenti presso la poesia sia greca che latina, il metro ionico a maiore, formato dalla sequenza di due elementi lunghi e due elementi brevi ( ) e il metro ionico a minore, formato invece dalla sequenza di due elementi brevi e due elementi lunghi ( ). Il loro schema può subire spesso delle variazioni, sia per la possibilità di sostituire un elemento lungo con due brevi o, viceversa, due elementi brevi con uno lungo, sia per la ricorrenza di un particolare fenomeno prosodico, tipico dei versi ionici, quale l anàclasi, che consiste nell inversione di una sillaba lunga e una sillaba breve. In particolare, è possibile che, all interno di un metro ionico a maiore, il secondo elemento lungo e il primo elemento breve si invertano, dando vita alla

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Età arcaica e repubblicana