T16 ITA - La lettera di Mitridate

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI accattivarsi la benevolenza dell uditorio: al momento in cui declama l orazione Cotta non doveva avere più di cinquant anni (era nato intorno al 124 a.C.) e per i Romani la vecchiaia aveva inizio dopo i sessanta anni. Ciò non stupisce, considerando che anche Socrate, nell Apologia (il discorso che il losofo avrebbe pronunciato per difendersi dall accusa mossagli dagli Ateniesi nel 399 a.C., quella cioè di non credere agli dèi e di corrompere la gioventù), scritta dal suo allievo Platone, usava l espediente della vecchiaia a ni retorici: «E, d altronde, sarebbe indecoroso, alla mia età, venirvi a raccontare fandonie, proprio a voi, come un ragazzino ; «Il fatto è che, a settant anni, questa è la prima volta che entro in un tribunale e, così, sono del tutto inesperto del linguaggio forense (cap. 1, trad. N. Marziano). Voveo dedoque me pro re publica L acme del pàthos è raggiunta nella parte nale dell orazione, quando Cotta si dice pronto a sacri care la propria vita per lo Stato, utilizzando la formula solenne voveo dedoque me pro re publica, «mi offro e mi consacro per lo Stato (rr. 40-41). Questa frase, che ai moderni può forse apparire retorica, aveva per i Romani un peso eccezionale: la dichiarazione ricadeva infatti in una delle più radicali forme di religiosità del popolo romano, occhieggiava cioè alla pratica della devotio. La devotio era il rito per cui un generale romano votava sé stesso e il suo esercito agli dèi Mani, le divinità infere, in cambio della vittoria in una situazione di particolare crisi militare. La tradizione ricorda alcuni esempi tipici di questa grande virtù: per esempio Publio Decio Mure, che aveva fatto ricorso a questo rito nel 340 a.C., nella battaglia del Vesuvio durante la Grande guerra Latina (Livio, Ab Urbe condita VIII, 9); o l omonimo glio, sacri catosi durante la battaglia di Sentino (295 a.C.) contro Sanniti e Galli (Livio, Ab Urbe condita X, 28). Richiamare implicitamente questa pratica, laicizzata perché non più rivolta alle divinità tradizionali bensì con valore metaforico, era un chiaro messaggio da parte di Cotta, che plasmava così la sua personalità sulla falsariga delle grandi gure tradizionali romane. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE T16 La lettera di Mitridate tratto da Historiae IV, fr. 69 Reynolds ITALIANO Questa ampia lettera, appartenente al IV libro delle Historiae, si propone di riferire più o meno verosimilmente il testo della missiva inviata nel 68 a.C. dal re del Ponto Mitridate al re dei Parti Arsace, nella quale è inserita una drammatica illustrazione di quello che signi cò, per i sottomessi, il dominio di Roma. 5 Re Mitridate1 saluta re Arsace.2 Tutti quelli che, in piena prosperità, vengono sollecitati ad un alleanza di guerra, devono considerare se in quel momento sia possibile conservare la pace, poi, se ciò che ad essi si richiede sia moralmente ineccepibile, sicuro e glorioso, oppure disonorevole. Se a te è possibile godere di perpetua pace, se non hai scellerati nemici alle porte, se non ti dovesse venire straordinaria fama quando tu avessi schiacciato i Romani, io non oserei chiedere la tua alleanza, e invano spererei di confondere i miei mali con i tuoi beni. Ebbene, quegli elementi che sembra possano frenarti il risentimento contro Tigrane3 per la recente guerra, e la mia situazione poco felice , se vorrai va- 1. Mitridate: Mitridate VI Eupàtore salì al trono del piccolo regno del Ponto nel 111 a.C. Le sue continue campagne di espansione attirarono sin dall inizio l attenzione di Roma, che tuttavia non agì con la dovuta forza. Quando però, nell 88, egli si rese 826 responsabile del massacro perpetrato a Efeso ai danni dei commercianti romani e italici lì installati, ponendosi poi a capo del moto di rivolta che in ammò quasi tutta la Grecia, la repubblica inviò i suoi contingenti, guidati da Silla, a combatterlo. 2. Arsace: Arsace XII era il re dei Parti. 3. Tigrane: sovrano d Armenia, era stato scon tto dall esercito guidato da Lucullo nel 69 a.C., a Tigranocerta.

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana