Historiae

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI Historiae T15 Il discorso di Gaio Cotta al popolo romano tratto da Historiae II, fr. 47 Reynolds ITALIANO Come nelle due monogra e, anche nelle Historiae Sallustio fa tenere dei discorsi ai suoi personaggi, sempre introducendoli con una formula che indica che, sebbene non siano riportati letteralmente, essi mantengono tuttavia il tenore che avevano quando sono stati pronunciati. Quella che segue è una delle orazioni che ci sono pervenute per tradizione diretta, in un manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana (Vat. lat. 3864) contenente una silloge di discorsi e lettere tratte dall opera sallustiana: si tratta del discorso del console Gaio Aurelio Cotta, pronunciato a pochi giorni dalla sua elezione al consolato (75 a.C.), in un momento di grande dif coltà per il popolo romano. 5 10 15 20 25 Dopo pochi giorni Cotta, con altra veste, assai afflitto perché la plebe, anziché ben disposta come egli avrebbe desiderato, si era dimostrata ostile,1 parlò in questo modo all assemblea popolare: «Quiriti, molti pericoli ho corso in pace e in guerra, molte avversità; di essi parte li ho sopportati, parte respinsi con l aiuto degli dèi e con il mio valore: in tutti questi cimenti mai l animo venne meno all impresa né l energia alle deliberazioni; la cattiva e la buona sorte mutavano le mie sostanze, non la mia indole. Ma al contrario in questa miseria tutto, insieme alla fortuna, mi ha abbandonato; inoltre la vecchiaia, di per sé molesta, raddoppia l affanno a me, cui, infelice, al termine ormai della vita, non è lecito nemmeno sperare in una morte onesta. Se è vero infatti che sono un vostro carnefice e, qui rinato, disprezzo i miei penati, la patria e la carica suprema, quale supplizio potrà mai esservi per me in vita o quale pena da morto? Che anzi, con la mia scelleratezza ho meritato tutti gli strazi ricordati negli inferi. Fin dalla prima adolescenza ho vissuto da cittadino privato e nell esercizio delle cariche davanti ai vostri occhi; chi lo volle, si servì della mia parola, del mio consiglio, del mio denaro; né mai ho rivolto all esercizio del male la mia sagace oratoria e la mia intelligenza: pur bramosissimo di favori privati, mi sono attirato le più ostili inimicizie per il bene dello Stato; non appena, insieme con esso, fui da queste soverchiato, proprio quando privo d aiuto mi aspettavo ancora più mali, voi, Quiriti, di nuovo, insieme all alto grado, mi donaste la patria e i penati.2 In cambio di questi benefici a stento potrei sembrare sufficientemente grato, se avessi donato la mia vita, e non lo posso, per ciascuno di voi; infatti il diritto sulla vita e sulla morte appartiene alla natura: ma che io abbia una condotta senza macchia e integro in fama e fortuna nei confronti dei miei concittadini, questo sì che può darsi e riceversi in dono. Mi avete eletto console, Quiriti, in un momento in cui lo Stato è in una condizione difficilissima, all interno e all esterno; infatti i generali in 1. la plebe ostile: la plebe era sul punto di ribellarsi per via del rincaro dei beni alimentari, che si aggiungeva alla duplice crisi rappresentata dalla rivolta di Sertorio 824 in Spagna e dalla continua minaccia che proveniva da Mitridate. 2. proprio quando penati: Cotta allude alle accuse di aver sobillato gli Italici alla rivolta e al conseguente esilio volontario che lo aveva visto lontano da Roma dal 90 all 82 a.C.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana