Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 30 35 40 dalla plebe, si era opposta alle richieste dei Gracchi; e dapprima aveva fatto uccidere Tiberio, poi, pochi anni dopo, Gaio, che aveva sostenuto i medesimi propositi: quello tribuno, questo triumviro per l istituzione di colonie; e, con loro, M. Fulvio Flacco.3 2. E ammettiamo pure che i Gracchi, per bramosia di vittoria, non abbiano serbata la misura. 3. Ma, per l uomo probo, è preferibile essere vinto combattendo con armi oneste che trionfare delle offese con la violenza. 4. Così i nobili, approfittando senza ritegno di quella vittoria, tolsero di mezzo con le armi o con l esilio molti cittadini e si procurarono per il futuro più motivi di apprensione che autorità. Cosa che, nella maggioranza dei casi, mandò in rovina grandi città, in quanto gli uni vogliono sopraffare in qualunque modo gli altri e prendersi sui vinti vendette troppo crudeli. (trad. P. Frassinetti, con adattamenti) 3. M. Fulvio Flacco: Marco Fulvio Flacco, tribuno della plebe con Gaio Gracco, fu tra i partecipanti alla colonizzazione dell Africa del Nord. Morì anche lui negli scontri del 121 a.C. Analisi del testo La funzione del metus hostilis Sallustio guarda alla ne delle guerre esterne come alla principale causa delle discordie civili che hanno dilaniato e dilaniano Roma. La sospirata pace con Cartagine porta allo scoperto le contraddizioni interne alla società romana, compromettendo il fragile equilibrio fra aristocrazia e plebe, un equilibrio che il metus hostilis, ovvero il timore del nemico esterno, aveva preservato. Già Polibio, lo storico greco portato in Italia nel 168 a.C. da Lucio Emilio Paolo e poi divenuto membro di spicco del circolo degli Scipioni, aveva osservato che in generale il pericolo di un nemico proveniente dall esterno spinge i cittadini alla concordia e alla cooperazione, al di là dei con itti di classe. Sallustio riprende questa teoria: la moderazione che aveva caratteriz- zato il periodo delle guerre lascia il posto alla sfrenatezza e all arroganza da parte di entrambe le fazioni. I Gracchi come modello positivo Le maggiori responsabilità sono tuttavia, a parere dello storico, dei nobili, che hanno vessato una plebe già provata dalla povertà e dalle guerre. A difesa di quest ultima si sono posti Tiberio e Gaio Gracco, a proposito dei quali il giudizio di Sallustio è largamente positivo, pur riconoscendone certi eccessi. Se è vero infatti che i due fratelli sono stati smaniosi di potere e non di rado fautori di pericolose forzature istituzionali, la reazione dell aristocrazia passa ogni limite: saranno, infatti, le feroci vendette dei nobili e i loro odi inestinguibili a determinare, secondo Sallustio, l inizio della catastrofe. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Rispondi alle seguenti domande. Puoi rispondere a ogni domanda singolarmente (max. 5 righe per ciascuna) oppure scrivere un unico testo che comprenda tutte le risposte (25-30 righe). Rispondi facendo sempre precisi riferimenti al testo. a. Quali sono, secondo Sallustio, le cause della corruzione della società romana? b. Chi soffre maggiormente della situazione che si è venuta a creare? c. Nelle lotte di parte, qual è l atteggiamento della classe più ricca? d. A che cosa mira, invece, l azione dei Gracchi? e. Come reagisce la classe al potere all azione dei populares? Con quali mezzi e alleanze? 820

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Età arcaica e repubblicana