Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 5 10 3. Caesar dando, sublevando, ignoscundo, Cato nihil largiundo gloriam adeptus est. In altero miseris perfugium erat, in altero malis pernicies. Illius facilitas, huius constantia laudabatur. 4. Postremo Caesar in animum induxerat laborare, vigilare; negotiis amicorum intentus sua neglege re, nihil denegare, quod dono dignum esset; sibi magnum imperium, exercitum, bellum novum exoptabat, ubi virtus enitescere posset. 5. At Catoni studium modestiae, deco ris, sed maxume severitatis erat; 6. non divitiis cum divite neque factione cum factioso, sed cum strenuo virtute, cum modesto pudore, cum innocente abstinentia certabat; esse quam videri bonus malebat: ita, quo minus petebat gloriam, eo magis illum sequebatur. 3. Caesar laudabatur dando, sublevando, ignoscundo largiundo: ablativi del gerundio con valore strumentale, legati per asindeto*. Ignoscundo e largiundo sono forme arcaiche rispettivamente per ignoscendo e largiendo. gloriam adeptus est: vale per entrambi i soggetti, cioè Cesare e Catone; adeptus est è perfetto indicativo del verbo deponente adipiscor, ottenere . miseris perfugium: la clementia era una parte importante della propaganda cesariana; miseris ha qui il signi cato di derelitti , non solo di poveri . malis: dativo maschile plurale ( per i malvagi ). facilitas: è da intendere come disponibilità . 4. Postremo posset in animum induxerat: si era proposto di ; regge gli in niti laborare e vigilare. negotiis intentus: tutto preso dagli affari degli amici . neglege re denegare: sono da intendere quasi certamente come in niti narrativi ( trascurava , non ri utava ), oppure potrebbero dipendere anch essi da in animum induxerat. quod esset: che valesse la pena di essere donato ; dono è ablativo retto da dignum (nota l allitterazione*). bellum novum: guerra nuova , nel senso di mai tentata prima; è forse un allusione all impresa gallica di Cesare. ubi virtus posset: dove il suo valore potesse risplendere . 5. At Catoni erat Catoni: dativo di possesso. studium: regge i tre genitivi oggettivi modestiae, deco ris, severitatis. 6. non divitiis sequebatur divitiis factioso: doppia gura etimologica*. Il so- stantivo factio, insieme a pars, viene utilizzato per indicare le bande o i partiti che indebolivano la coesione dello Stato. Factio era di solito utilizzato per il partito della nobiltà, mentre più spesso per i popolari era utilizzato pars. I disordini provocati da partes e factiones si opponevano a quella concordia civium o concordia ordinum auspicata da Cicerone e considerata da Sallustio una caratteristica della Roma precedente le guerre puniche. Divitiis, factione, virtute, pudore e abstinentia sono ablativi di limitazione retti da certabat. videri: costruzione personale di videor, qui accompagnato dal verbo servile malebat. quo minus eo magis: ablativi di misura con senso comparativo ( quanto meno tanto più ). sequebatur: il soggetto è gloria. Analisi del testo I due grandi uomini della repubblica In questo brano, inizialmente Sallustio evidenzia i caratteri comuni ai due personaggi (nobiltà, eloquenza, età), per poi costruire tutto il capitolo sulle differenze, dunque procedendo per antitesi*. In realtà Cesare e Catone non erano di pari nobiltà, perché, mentre Cesare apparteneva all aristocratica gens Iulia, Catone proveniva da una famiglia di origini plebee. L elenco delle presunte af nità è in ogni caso funzionale alla successiva esposizione dei diversi caratteri dei due personaggi, di cui l uno, Cesare, rappresenta il nuovo modo di fare politica, anche attraverso un attento uso della generosità e della clemenza al ne di creare consenso, mentre l altro incarna il vecchio mondo, verso il quale lo stesso autore sembra a tratti provare nostalgia: una contrapposizione, questa, che emerge anche nei due discorsi attribuiti ai due personaggi nei capitoli precedenti (51 e 52). Nel suo discorso, ispirato a una visione pragma- 808 tica della politica, Cesare aveva proposto infatti di punire i congiurati con il carcere a vita e la con sca dei beni: una misura proporzionata e coerente con il ruolo egemone sul versante internazionale ormai assunto da Roma, ruolo che richiedeva a suo avviso un esercizio del potere misurato ed equanime. Al contrario, Catone aveva pronunciato un discorso con il quale, in linea con il suo intransigente moralismo, chiedeva la pena di morte, con effetto immediato, per i congiurati: a suo avviso lo Stato doveva apparire in essibile e non mostrare alcun cedimento nei confronti di chi ricercava la sovversione. L eccellenza dello stile Lo stile di Sallustio raggiunge in questo brano risultati eccelsi, alternando simmetria e variatio, ricorrendo a gure retoriche di grande effetto pensa all utilizzo degli ablativi (per esempio, bene ciis ac muni centia, r. 2; integritate vitae, r. 3; mansuetudine et misericordia, r. 3) e del

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Età arcaica e repubblicana