PLUS - Donne “troppo audaci”

L autore Sallustio Donne troppo audaci Lo scrittore di età giulio-claudia Valerio Massimo, nella sua enciclopedia delle curiosità intitolata Factorum et dictorum memorabilia, lascia un ritratto molto interessante di donne considerate, nella mentalità romana, troppo intraprendenti, come, per esempio, le avvocatesse (VIII, 3): Neppure bisogna passare sotto silenzio quelle donne, cui né il sesso né la verecondia dell abito femminile valsero a far tacere nel Foro e nei tribunali. Mesia Sentinate, essendo stata incriminata, si difese, alla presenza del pretore Lucio Tizio e del collegio giudicante da lui presieduto, in mezzo a gran folla di popolo e, svolte regolarmente tutte le parti della sua difesa non solo accuratamente, ma anche con coraggio, fu assolta nel primo giudizio e con verdetto quasi unanime. Costei, poiché nascondeva sotto l aspetto di donna un animo virile, ebbe il soprannome di Androgine.1 Gaia Afrania, moglie del senatore Licinio Buccone, naturalmente incline alle liti, si difese sempre da sé davanti al pretore, non perché le mancassero gli avvocati, ma perché era l impu- denza fatta persona. E così, stancando continuamente con le sue urla,2 insolite per il Foro, i tribunali, divenne la personificazione dell intrigo femminile, al punto che alle donne di cattivi costumi si suole appioppare l appellativo calunnioso di Gaia Afrania . Costei visse fino al secondo consolato di Gaio Cesare e primo di Publio Servilio: ché di un simile mostro bisogna far sapere ai posteri più quando scomparve che quando nacque. (trad. R. Faranda) Nella mentalità romana la donna doveva seguire il modello della matrona: doveva cioè occuparsi esclusivamente delle faccende domestiche e dell educazione dei figli e ispirare il proprio comportamento a un ideale di contegno e riserbo. Una donna che intraprendeva attività considerate maschili, come l avvocatura, non poteva, per questo, essere ben vista: ciò spiega la condanna di Valerio Massimo di donne delle quali pure mette in luce il coraggio e il successo riportato in tribunale. 1. Androgine: dal greco anèr, uomo , e gynè, donna , quindi sia uomo che donna . 2. stancando con le sue urla: il testo latino in realtà dice latratibus, cioè latrati , abbai . PLUS T8 Catone l Uticense nella letteratura latina di età imperiale Cesare e Catone tratto da De Catilinae coniuratione 54 LATINO Dopo aver riportato due lunghi discorsi di Cesare e Catone, rispettivamente contro e a favore della condanna a morte dei congiurati, Sallustio introduce una sorta di ritratto comparato dei due politici, che considera le gure più eminenti del suo tempo. Nel momento in cui Sallustio scrive entrambi sono morti, l uno ucciso dai congiurati, l altro suicida, e allo storico è data la possibilità di ri ettere sulle doti dell uno e dell altro: la clemenza, la generosità, la magnanimità di Cesare; l austerità di vita, il rigore, l autocontrollo di Catone. ! repetita iuvant p. 809 1. Ig tur iis genus, aetas, eloquentia prope aequalia fue re, magnitudo animi par, item gloria, sed alia alii. 2. Caesar beneficiis ac munificentia magnus habebatur, integritate vitae Cato. Ille mansuetudine et misericordia clarus factus, huic severitas dignitatem addiderat. 1. Ig tur alia alii iis: dativo di possesso riferito a Cesare e a Catone. aequalia: l aggettivo è al neutro plurale perché si riferisce a sostantivi di genere diverso. fue re: forma arcaica per fue runt. sed alia alii: ma diversa per ciascuno dei due ; secondo la maggioranza degli interpreti, alia è da intendere come aggettivo fem- minile singolare, collegato quindi con gloria (in alternativa è possibile intenderlo come neutro plurale sostantivato, le altre cose ). Alii è invece dativo singolare del pronome alius, qui in poliptoto* con alia. 2. Caesar addiderat Caesar Cato: i due soggetti e i relativi ablativi di causa (bene ciis ac muni centia e integrita- te vitae) sono disposti a chiasmo*. Ille addiderat: qui viene operata una variatio* nella costruzione: nella prima frase ille, ovvero Cesare, è il soggetto, mentre nella seconda huic (Catone) è complemento di termine e il soggetto è l astratto severitas. A factus è sottinteso erat; si tratta quindi di un piuccheperfetto passivo. 807

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana