Tua vivit imago - volume 1

L autore Sallustio Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quali sono le caratteristiche che accomunano i primi seguaci di Catilina? Perché è per lui tanto facile trovare delle persone che assecondino il suo folle piano? 2. Come riesce invece a raccogliere nuovi seguaci? A quale categoria si rivolge principalmente e perché? TRADUZIONI A CONFRONTO Ti proponiamo qui di seguito il capitolo 14 del De Catilinae coniuratione nella versione originale in lingua e, a seguire, nella settecentesca traduzione di Vittorio Alfieri (1749-1803). Dopo averla letta con attenzione, rileggi la traduzione sopra proposta, di Paolo Frassinetti, poi opera un confronto basandoti principalmente sulle scelte lessicali ed espressive e sull aderenza al testo, evidenziando gli aspetti più interessanti di ognuna delle due rese. Versione originale Traduzione di V. Al eri 1. In tanta tamque conrupta civitate Catilina, id quod factu facillumum erat, omnium agitiorum atque facino rum circum se tamquam stipatorum catervas habebat. 2. Nam quicumque inpudicus, ganeo, aleo, bona patria laceraverat, quique alienum aes grande con averat, quo agitium aut fac nus redimeret, 3. praeterea omnes undique parricidae, sacrilegi, convicti iudiciis aut pro factis iudicium timentes, ad hoc quos manus atque lingua periurio aut sanguine civili alebat, postremo omnes, quos agitium, egestas, conscius animus exagitabat, ei Catilinae proxumi familiaresque erant. 4. Quod si quis etiam a culpa vacuos in amicitiam eius inciderat, cotidiano usu atque inlece bris facile par similisque ceteris ef ciebatur. 5. Sed maxume adulescentium familiaritates adpetebat: eorum animi molles etiam et uxi dolis haud dif culter capiebantur. 6. Nam ut cuiusque studium ex aetate agrabat, aliis scorta praebere, aliis canes atque equos mercari; postremo neque sumptui neque modestiae suae parcere, dum illos obnoxios dosque sibi faceret. 7. Scio fuisse nonnullos qui ita existumarent, iuventutem, quae domum Catilinae frequentabat, parum honeste pudicitiam habuisse; sed ex aliis rebus magis, quam quod cuiquam id conpertum foret, haec fama valebat. In cotanta e così corrotta città, dif cile a Catilina non era l attorniarsi in numeroso corteggio d ogni più scellerato uomo ed infame. Chiunque, impudico, adultero, banchettatore, avea fra queste arti straziati i beni paterni; e chi era oppresso dai debiti contratti per comprare la impunità de suoi diversi delitti; e quanti parricidi, sacrileghi, convinti rei o prossimi ad esserlo; e quanti o dalla spergiura lingua, o dalla insanguinata mano gli alimenti loro traevano; tutti, in somma coloro, cui ribalderia, povertà, e mala coscienza angustiavano, di Catilina famigliari eran tutti e suoi intimi. E se un qualche innocente nella di lui amicizia incappava, la domestichezza e le lusinghe facilmente simile e pari agli altri il rendevano. Ma guadagnarsi i giovanetti principalmente bramava; i di cui animi molli, e per età volubili, con inganni agevolmente adescavansi. Onde, a chi donne, a chi cani e cavalli, secondo le loro brame, provvedea; non al decoro né alla spesa badando, purché obbligati se li rendesse e fedeli. Molti credettero, il so, che costoro in casa di Catilina si prostituissero: ma una tal fama su congetture fondavasi più che su fatti. COMPETENZE ATTIVE Mettiti alla prova ESERCIZIO ONLINE Per ri ettere Nel testo proposto, Sallustio attribuisce ai seguaci di Catilina lo status di nobili decaduti, i quali avrebbero avuto tutto da guadagnare da un colpo di Stato, che, sovvertendo l ordine costituito, avrebbe permesso loro di vedere eliminati i propri debiti e ripristinata così la loro compromessa reputazione. Nell analisi di Sallustio, però, manca un cenno alle difficili condizioni di vita dei ceti più bassi di Roma, che, negli anni successivi ai fatti raccontati, Cesare avrebbe favorito per rafforzare il consenso politico. Bertolt Brecht (1898-1956) nel suo romanzo pubblicato postumo, Gli affari del signor Giulio Cesare (1956), descrive la situazione sociale di Roma al tempo di Cicerone e di Catilina attraverso i diari di Raro, segretario di Cesare. Nell opera sono evidenziate le lotte per l affermazione politica tra il Senato e quella che viene definita la City, costituita dall oligarchia dei latifondisti e degli appartenenti al mondo della finanza del tempo, che si serve di Catilina per poter avere maggiore potere contro i senatori. Su myDbook leggi le parole di Raro e rifletti sul giudizio che l autore tedesco dà su questo capitolo della storia romana e, in particolare, su Cesare e sugli uomini della City. 799

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Età arcaica e repubblicana