De Catilinae coniuratione

L autore Sallustio De Catilinae coniuratione T2 L ingegno, vera forza dell uomo tratto da De Catilinae coniuratione 1 PLUS Il tema dell eccellenza dell uomo LATINO Il De Catilinae coniuratione inizia con un proemio di carattere generale, contenente una serie di considerazioni convenzionali di matrice loso ca, prima fra tutte quella relativa alla superiorità dell ingegno sul corpo: grazie a esso l uomo può ottenere una gloria duratura. ! repetita iuvant p. 791 5 1. Omnis homines, qui sese student praestare cete ris animalibus, summa ope niti decet, ne vitam silentio transeant veluti peco ra, quae natura prona atque ventri oboedientia finxit. 2. Sed nostra omnis vis in animo et corpore sita est: animi imperio, corporis servitio magis ut mur; alterum nobis cum dis, alterum cum beluis commune est. 3. Quo mihi rectius videtur ingeni quam virium opibus gloriam quaere re et, quoniam vita ipsa, qua fruimur, brevis est, memoriam nostri quam maxume longam effice re. 4. Nam divitiarum et formae gloria fluxa atque fragilis est, virtus clara aeternaque habetur. 1. Omnis homines... nxit Omnis: accusativo plurale arcaico; l aggettivo va legato con homines e rappresenta il soggetto della proposizione in nitiva retta da decet. qui animalibus: la relativa consente a Sallustio di circoscrivere la tipologia di uomini cui egli si rivolge direttamente, cioè coloro che desiderano essere superiori agli altri esseri viventi . Sese è forma rafforzata dell accusativo del pronome personale di terza persona. Il dativo cete ris animalibus (che vale esseri animati o viventi ) è retto dal verbo di eccellenza praestare, letteralmente stare prima . Già la loso a platonica e Cicerone, attraverso lo stoicismo, avevano sottolineato la superiorità dell uomo su tutti gli altri esseri viventi. summa ope: con il massimo delle forze . ne peco ra: proposizione completiva volitiva retta da niti decet; il soggetto sono sempre gli homines dell incipit: conviene che si sforzino di non trascorrere la vita nel silenzio [cioè nell anonimato] come (veluti = ut) gli animali (peco ra, nominativo plurale neutro da pecus, peco ris, animale da pascolo ) . La locuzione vitam transire è una creazione sallustiana e, rispetto al più comune vitam age re (che signi ca allo stesso modo vivere ), ha maggior vigore perché esprime l idea di chi attraversa la vita senza lasciare traccia di sé (silentio). quae finxit: che la natura ha creato proni e schiavi (oboedientia, accusativo neutro plurale del participio presente oboediens, da legare a quae) del ventre . 2. Sed commune est Sed: la congiunzione non ha qui valore avversativo, ma, piuttosto, prosecutivo (collabora, cioè, a mandare avanti il discorso, un uso proprio anche dell italiano ma ). Puoi tradurre ora dunque . omnis: è da intendere come nel suo complesso . vis: non è né semplicemente forza né violenza , ma piuttosto facoltà . imperio: ablativo dipendente da ut mur, come il successivo servitio: per lo più ci serviamo della capacità di comandare dell animo, dell attitudine a obbedire del corpo . alterum est: l uno ci accomuna agli dèi (dis, forma alternativa dell ablativo plurale di deus), l altro alle belve . Sallustio utilizza il neutro sostantivato alterum da intendere l una cosa l altra . Con il termine beluis Sallustio realizza una sorta di climax* discendente: egli usa prima il sostantivo animal (r. 1), che indica genericamente l essere vivente, poi pecus (r. 2), che si riferisce agli animali vicini all uomo, e in ne belua per le bestie selvatiche. 3. Quo longam ef ce re Quo: nesso relativo; il pronome ha qui il valore di qua re, perciò . Sallustio attua ora la complexio del ragionamento, cioè giunge alla conclusione del suo discorso. mihi quaere re: costruisci: mihi videtur rectius ( mi sembra più giusto , costruzione impersonale di videor) quaere re gloriam opibus ( con i mezzi , ablativo strumentale) ingeni ( dell ingegno , forma contratta del genitivo ingenii) quam [quaere re gloriam opibus] virium ( più che [cercare la gloria con i mezzi] della forza ). Rectius è comparativo di maggioranza, neutro, dell aggettivo rectus. quoniam: introduce una proposizione causale, da cui dipende la relativa qua fruimur, e regge l indicativo (brevis est). memoriam nostri: il ricordo di noi ; nostri è genitivo oggettivo. quam maxume: la particella quam, preposta a un superlativo (anche avverbiale, come qui), indica il più alto grado possibile del superlativo stesso (qui puoi tradurre: quanto più possibile ). 4. Nam... aeternaque habetur gloria... aeternaque: la struttura linguistica è caratterizzata dal parallelismo fra i due sostantivi (gloria e virtus), accompagnati entrambi da due aggettivi (rispettivamente uxa e fragilis e clara e aeterna). La gloria è de nita ef mera e fragile ; l aggettivo uxa deriva dalla radice del verbo uo ( scorrere ). habetur: viene ritenuta . Nota come, rispetto alla perentoria e oggettiva brevità della vita (vita ipsa brevis est, r. 6), espressa dal verbo est, Sallustio renda più sfumata l eternità della virtù: essa non è eterna, ma viene ritenuta tale, vive cioè nell opinione che se ne ha. 789

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana