3. Lo stile

L autore Sallustio in breve 3. Lo stile Una prosa seria e severa Quello di Sallustio è uno stile denso, mosso, spezzato, una seria et severa oratio, come la definisce nel II secolo d.C. Aulo Gellio (Noctes Atticae XVII, 18), riconducibile alle quattro categorie di brev tas*, inconcinn tas*, grav tas e variatio*. Molto apprezzata dagli autori successivi benché fondata su canoni opposti a quelli dei due massimi prosatori coevi, Cesare e Cicerone , la prosa di Sallustio è, al contrario, giudicata negativamente dai contemporanei e dagli immediati successori. Livio (59 a.C.-17 d.C.), per esempio, non apprezza lo stile del predecessore nel genere storiografico, che pure prenderà a modello, per esempio, per il suo ritratto di Annibale. Lo stile di Sallustio, Gli arcaismi Nello stile, Sallustio si ispira in primo luogo a Catone ( p. 105) e alla tradizione annalistica latina; seguendo questi modelli elabora uno stile intessuto di arcaismi fonetici, morfologici e lessicali: Per rendere più solenne arcaismi fonetici sono la o al posto della u in volt, voltus, volgus ecc.; la u al posto della i in lub do, lubet, maxuma ecc.; la u al posto della e in alcune forme di gerundivo come capiundae; arcaismi morfologici sono l accusativo plurale maschile e femminile in -is invece di -es, le terminazioni in -e re invece di -e runt alla terza persona plurale del perfetto indicativo (coepe re); arcaismi lessicali sono l abbondanza dei verbi frequentativi e intensivi (ag to), l uso di sostantivi astratti come quelli in -tudo anziché in -tas (necessitu do invece di necess tas) o come mortales al posto di homines. A questi si aggiungono le figure di suono e le allitterazioni, che richiamano alcune soluzioni proprie dello stile poetico di Ennio ( p. 98). regolato da brev tas, inconcinn tas, grav tas e variatio, è apprezzato dagli scrittori successivi più che dai contemporanei. il suo stile, Sallustio impiega arcaismi fonetici, morfologici e lessicali, ispirandosi a Catone e a Ennio. Gli arcaismi sallustiani non sono fini a sé stessi, ma hanno lo scopo di conferire solennità (grav tas) alla narrazione e insieme di richiamare implicitamente gli antichi valori della res publica. Brev tas e inconcinn tas Dal modello tucidideo Sallustio riprende invece la brev tas ( stringatezza ) e l inconcinn tas (letteralmente mancanza di simmetria , da in- privativo e concinn tas*, dal verbo concinno, acconciare , disporre in ordine ) del dettato. La brev tas determina insieme la concisione e la pregnanza: si ha così la tendenza a esprimere quanti più concetti con il minor numero di parole possibile, ricorrendo a ellissi, asindeti* e frasi nominali (satis eloquentiae, sapientiae parum T3); inoltre la paratassi* che favorisce anch essa la sintesi e la concentrazione dei concetti prevale sull ipotassi* (Ambitio multos mortalis falsos e ri sube git, aliud clausum in pectore, aliud in lingua promptum habe re, 10, 5 T1). L inconcinn tas si caratterizza per il rifiuto della simmetria tanto cara a Cicerone ( p. 565) e per la ricerca continua della variatio ( variazione ): i costrutti vengono costantemente mutati e il periodo non appare mai regolare e proporzionato; in tal modo vengono evitati esiti scontati e armonie troppo prevedibili (un caso tipico è, nella frase amicum alii, pars hospitem aut cognatum reperiebant, la variazione tra alii e pars T9). Si tratta, nel complesso, di scelte fortemente innovative che, combinate con la patina arcaizzante della lingua sallustiana, fanno sì che lo stile dello storico possa essere definito con una sorta di ossimoro: arcaismo innovatore. Nello stile sallustiano convivono, cioè, da un lato l innovazione legata all inconcinn tas e al continuo ricorso alla variatio e, dall altro, un austera solennità legata, invece, alla brev tas e, soprattutto, ai numerosi arcaismi morfologici e lessicali. Pur nel suo arcaismo, Sallustio è un innovatore: da Tucidide prende la brev tas (concisione e paratassi) e l inconcinn tas (asimmetria e variazione). 781

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana