Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI in breve Protagonisti dell opera I personaggi La vicenda del De Catilinae coniuratione ruota intorno a tre grandi persosono Catilina (unione naggi: Catilina, Cesare e Catone l Uticense. Poco spazio invece è riservato alla figura del di vizi e virtù), Cesare console Cicerone, nonostante rivesta un ruolo importante: Sallustio lo tratta con freddez(clemente e generoso) e Catone (austero za, probabilmente a causa delle accuse di complicità con Catilina che egli aveva apertae rigido), ma non mente mosso contro Cesare. mancano affascinanti Cesare è certamente una delle figure più significative dell opera, insieme al suo antapersonaggi minori quali gonista Catone. Sallustio li mette mirabilmente a confronto, tentando una sorta di ideale Sempronia, Cetègo, Quinto Curio e Fulvia, conciliazione fra i due: mentre di Cesare elogia la liberalità, la clemenza, la mansuetudine, finemente ritratti da di Catone ammira l austerità, la severità, il rigore ( T8). Ci si è chiesti a chi vadano le prefeSallustio. renze di Sallustio, se al munifico Cesare, vero punto di riferimento politico dello storico, ma dalla generosità sospetta di corruzione, o all austero Catone, esponente di una parte in cui Sallustio non si è mai riconosciuto, ma dagli ideali che appaiono rispecchiare alcuni tratti del moralismo sallustiano. In equilibrio fra i due, lo storico appare soprattutto desideroso di offrire due esempi di grandezza d animo: opposti, ma ugualmente impegnati nella conservazione della repubblica. Ancora più complesso è il trattamento del personaggio di Catilina, che Sallustio presenta come una eccezionale quanto inestricabile commistione di vizi e virtù: è molto probabile che lo storico condivida alcune istanze catilinarie, pur non approvando i metodi del sovversivo e soprattutto il tentativo di rovesciare le istituzioni ( T3). Certamente Catilina rappresenta per Sallustio un uomo dalla personalità fuori del comune, che si riscatta con una morte esemplare per coraggio e dignità ( T9). Accanto ai protagonisti agiscono molti personaggi minori, ma altrettanto finemente tratteggiati dall autore: una singolare figura di donna, Sempronia, una sorta di Catilina al femminile, capace di unire in sé eccezionali virtù e straordinari vizi ( T7); il congiurato Cetègo, che si era incaricato di uccidere Cicerone e che «non cessava di lamentare la lentezza d azione dei compagni [ ]. Un indole violenta, un animo impetuoso, pronto all azione, egli era: pensava che il segreto del successo fosse riposto nella rapidità dell agire (capitolo 43, trad. P. Frassinetti); Quinto Curio, definito come un uomo in cui la vanità non era minore dell avventatezza (huic homini non minor vanitas inerat quam audacia, capitolo 23), e la sua amante Fulvia, «alla quale [ ] egli riusciva ora meno gradito poiché, per mancanza di mezzi, non poteva largheggiare in doni; fattosi a un tratto millantatore, prese a promettere mari e monti, a minacciarla a volte di morte se non gli cedeva (capitolo 23, trad. P. Frassinetti). Su modello di Tucidide I discorsi Seguendo il modello tucidideo ( p. 773), Sallustio inserisce nel testo della sua e per drammatizzare prima monografia alcuni discorsi pronunciati dai protagonisti della vicenda, e in particolare la narrazione, Sallustio da Catilina. Per quanto lo storico potesse accedere ai verbali delle sedute del Senato, coninserisce attendibili servati nell aerarium, e avvalersi di testimonianze di prima mano, i discorsi sono comunque ricostruzioni dei discorsi pronunciati delle ricostruzioni, come è attestato anche dalle formule con cui sono introdotti: per esemdai suoi protagonisti pio huiusce modi, di questo tenore , nel caso del discorso di Catilina riportato nel capitolo (come quello di Catilina 20 ( T6) o di quello di Cesare al capitolo 51. Si tratta comunque di ricostruzioni degne di ai congiurati o quelli di Cesare e Catone sulla fede, come risulta dal confronto con altre fonti in nostro possesso. loro condanna a morte). La scelta sallustiana è motivata innanzitutto dall idea di inserirsi nella grande tradizione storiografica avviata da Tucidide, che riportava frequentemente discorsi (celebre è quello pronunciato da Pericle per commemorare i caduti del primo anno della guerra del Peloponneso, il 431 a.C.). Allo stesso tempo, però, è testimonianza della volontà sallustiana di dram- 776

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Età arcaica e repubblicana