Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 25 30 35 Senato; fa la rassegna delle sue forze; ha pronte dieci legioni; 2. d altra parte ritiene per accertato che i soldati di Cesare sono pieni di risentimento contro il loro capo, che non li si può persuadere a difenderlo e nemmeno a seguirlo. 3. Quanto al resto, sono presentate alla discussione del Senato queste proposte: fare una leva in tutta Italia; mandare il propretore Fausto Silla8 in Mauritania; finanziare Pompeo con il pubblico erario. presente anche la proposta di dare al re Giuba9 il titolo di alleato e amico. 4. Marcello nega di potere per il momento sottoscrivere la proposta. Per Fausto si oppone Filippo, tribuno della plebe.10 5. Sulle altre questioni sono emessi senatoconsulti. Privati cittadini sono nominati al governo di province, due sono dichiarate consolari, le altre pretorie.11 A Scipione tocca la Siria, a Lucio Domizio la Gallia. Filippo e Cotta sono lasciati da parte in seguito ad un accordo stretto in privato e i loro nomi non sono nemmeno gettati nell urna per il sorteggio.12 6. Le altre province sono affidate a pretori. Senza aspettare (secondo la consuetudine degli anni precedenti) che la loro investitura sia presentata all approvazione del popolo, indossano il mantello rosso del comando, celebrano i sacrifici e partono. 7. I consoli, atto sino allora inaudito, lasciano la città e dei privati cittadini hanno littori13 in Roma e sul Campidoglio, violando tutte le antiche tradizioni. 8. Si fa una leva in tutta Italia, si ordinano armi, si riscuote denaro dai municipi o lo si strappa dai templi, tutte le leggi divine e umane sono sconvolte. (trad. A. La Penna) 8. propretore Silla: si tratta di Fausto Cornelio Silla, glio di Silla il dittatore e genero di Pompeo. 9. re Giuba: il re della Numidia. 10. Marcello tribuno della plebe: vengono qui nominati alcuni uomini politici, alcuni seguaci di Cesare, altri di Pompeo. 11. province pretorie: le province consolari e pretorie erano governate, rispettivamente, da un proconsole e da un propretore. 12. nell urna per il sorteggio: l assegna- zione delle province a ciascun governatore avveniva per sorteggio. 13. littori: uf ciali subalterni al servizio dei magistrati romani forniti di imperium, che precedevano in pubblico portando i fasci littori, simbolo della loro autorità. Analisi del testo I nemici di Cesare sovvertono tutte le leggi I due capitoli si concentrano sulle illegalità compiute dai nemici di Cesare: l intento dell autore è quello di dimostrare come siano stati proprio i suoi avversari a porsi contro lo Stato, senza lasciargli alcuna alternativa se non la necessità di reagire. Il linguaggio è ricco di termini giuridico-amministrativi (extremi iuris intercessione retinendi facultas, la possibilità di conservare il supremo diritto di veto ; extremum atque ultimum senatus consultum, gravissimo ed estremo decreto del Senato ; biduo excepto comitiali, fatta eccezione per i due giorni dedicati al comizio ), ma, nonostante l apparente oggettività del resoconto, traspare l indignazione dell autore. Cesare, infatti, sottolinea frequentemente come gli atti compiuti siano senza precedenti, utilizzando spesso l avverbio numquam ( mai : «a cui mai prima l audacia dei proponenti era scesa , r. 8) e ricorrendo a espressioni enfatiche come illud extremum atque ultimum senatus consultum, culminanti nella chiusa a effetto: omnia divina humanaque iura permiscentur («tutte le leggi divine e umane sono sconvolte , rr. 38-39). Nota in particolare come Cesare insista sul fatto che, con le loro azioni, i pompeiani violino non soltanto «tutte le leggi , ma anche «tutte le antiche tradizioni (contra omnia vetustatis exempla): è un esempio eclatante dell intento propagandistico del testo, e colpisce che a scrivere tali parole sia l uomo che, insieme al suo erede e successore Ottaviano Augusto, è storicamente responsabile di un mutamento epocale come il passaggio dalla repubblica al principato. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 748

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana