Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 25 aggiungono la vanagloria e le adulazioni dei potenti, allora influentissimi nel governo e nei tribunali. 4. Pompeo, infine, aizzato dai nemici di Cesare, insofferente di una potenza uguale alla propria, aveva rotto con lui ogni vincolo d amicizia9 ed era rientrato nel favore dei nemici comuni, gran parte dei quali egli stesso aveva attirato a Cesare nel tempo della loro parentela;10 5. nello stesso tempo era preoccupato dell infamia che gli procurava l aver deviato dalla loro marcia verso l Asia e la Siria le due legioni per farne strumento del suo dominio, e desiderava quindi la guerra come unica soluzione. (trad. A. La Penna) 9. rotto con lui amicizia: Cesare allude al primo triumvirato, l alleanza non uf ciale stipulata con Pompeo e Crasso nel 60 a.C. 10. nel tempo della parentela: Cesare era stato suocero di Pompeo, che nel 59 a.C. ne aveva sposato la glia Giulia; quest ultima era, però, morta nel 54. Analisi del testo Il ritratto degli avversari Il resoconto di Cesare delle manovre di Pompeo e dei suoi sostenitori, che porteranno alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Senato il 7 gennaio del 49 a.C., appare come un oggettiva narrazione degli avvenimenti. Gli avversari del condottiero sono però descritti in realtà, con tagliente ironia, come uomini privi di scrupoli, mossi esclusivamente dall interesse personale e completamente insensibili al bene pubblico: primo fra tutti Pompeo, che commette una grave illegalità nel convocare i senatori ostili a Cesare dopo la chiusura della seduta (rr. 7-8), dimostrando in tal modo di avere, di fatto, il controllo dell intera assemblea. A questo si aggiunge il richiamo alle armi dei veterani, che niscono con il riempire la città creando un clima intimidatorio (rr. 3-7); altrettanto aggressiva è la convocazione in Senato non solo dei partigiani di Pompeo, ma anche dei nemici di Cesare, le cui grida atterriscono i deboli e convincono gli incerti. In ne viene respinta la proposta di inviare degli ambasciatori che informino Cesare di che cosa stia accadendo (r. 14). Persino Catone, destinato a essere celebrato come eroe della libertà e difensore della repubblica contro la tirannide (già da Cicerone e poi dal poeta Lucano, che nel I secolo d.C. racconterà la guerra civile dalla prospettiva dei pompeiani), appare mosso da sentimenti meschini: non l avidità di denaro, come Lèntulo, ma l antico rancore verso l avversario. Di fronte a una classe dirigente così degenerata, la disubbidienza di Cesare appare dunque, implicitamente, più che giusti cata. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quali sono, secondo l ottica di Cesare, le ragioni che muovono Scipione, Lèntulo, Catone e lo stesso Pompeo contro di lui? 2. Intento di Cesare è chiaramente quello di mettere in cattiva luce i suoi avversari. Con quali indiretti elementi egli cerca di marcare la responsabilità di Pompeo e del Senato nella dichiarazione di guerra? Quali altre irregolarità mette in evidenza? 3. Che cosa vuole mettere in luce Cesare con le parole «aveva rotto con lui ogni vincolo d amicizia ed era rientrato nel favore dei nemici comuni, gran parte dei quali egli stesso aveva attirato a Cesare nel tempo della loro parentela (rr. 24-26)? COMPETENZE ATTIVE Per raccontare Immagina di essere un reporter del 49 a.C. e di fare una diretta radio dal Senato: dovrai intervistare i principali personaggi politici menzionati, per offrire di questa vicenda una versione più oggettiva rispetto a quella narrata da Cesare. Scrivi i testi di 2 o 3 interventi per una miniserie di podcast da 3-4 minuti ciascuno. 746

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Età arcaica e repubblicana