VERBUM DE VERBO - Auctoritas

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI verbum de verbo / Auctoritas / Auctoritas deriva dal sostantivo auctor, che viene a sua volta dal verbo augeo ( accrescere , aumentare ). Può indicare l autorità come potere di comando, oppure come credito e prestigio, oppure ancora come autorevolezza e influenza, infine come volontà, potere o decisione. Nel linguaggio politico dell epoca repubblicana, il termine viene spesso riferito al potere del Senato; in seguito, con il passaggio all epoca imperiale, l auctoritas diviene un tipico attributo del princeps. Lo stesso titolo di Augusto , di cui Ottaviano viene insignito nel 27 a.C., è legato anch esso, non a caso, al verbo augeo. Nel diritto romano il termine auctoritas indica più specifica- mente, in ambito privatistico, l esercizio della tutela su un soggetto ritenuto incapace, come un impubere (impu bes è colui che non ha ancora raggiunto la pubertà; oggi diremmo: un minore ) o una donna. Le iniziative giuridiche prese da costoro (donne e minori) non producevano tutti i loro effetti se non attraverso un tutore che esercitasse appunto l auctoritas. In questo senso Cesare utilizza il termine nel passo qui riportato: i capi dei Galli offrono protezione e tutela a soggetti che sono a loro sottoposti; ma, nel caso in cui non siano in condizione di soddisfare tali esigenze di protezione, perdono anche il loro potere. Analisi del testo Una popolazione divisa in fazioni Nei capitoli 11-20 del libro VI, Cesare fotografa la società dei Galli, descrivendone le strutture politico-sociali, i rapporti familiari, le pratiche religiose. Ciò che ripetutamente sottolinea è la frammentarietà del potere, suddiviso in civitates ( popolazioni ), poi in pagi ( villaggi ), quindi nelle partes (clan di famiglie) e nelle domus (singole famiglie), no alle factiones, veri e propri partiti rivali. La descrizione della fragile stabilità della popolazione gallica ha lo scopo di rafforzare la posizione ideologica di Cesare, desideroso di mostrare ai suoi concittadini la pericolosità delle genti che egli sta combattendo. In particolare, ne vuole mettere in evidenza l estrema frammentazione, dovuta alla presenza di fazioni politiche che agiscono a più livelli. Non a caso la parola più usata è factiones, ripetuta anche a breve distanza (r. 4) e sempre con una connotazione negativa. Per lo stesso motivo l autore insiste sull arbitrarietà dell auctoritas dei capi dei Galli: questi infatti non assurgono a posizione di potere sulla base di un sistema istituzionalizzato, ma tutto dipende dalle decisioni di pochi. Il linguaggio tecnico e l oggettività Per indicare i diversi ambiti sociali individuabili nella popolazione gallica, Cesare si serve di un lessico tecnico giuridico-istituzionale, in cui talvolta anche termini di uso comune (come per esempio domus) assumono un signi cato speci co: domus (casa nel senso di famiglia) pars (frazione, quartiere) pagus (villaggio, borgo) civitas (città) natio (popolo, stirpe) Quanto allo stile, la sintassi si presenta lineare, basata su costruzioni paratattiche e simmetriche, che si aprono a soluzioni espressive molto ef caci sul piano espositivo, come la causale con cui si apre il discorso (Quoniam ad hunc locum perventum est, r. 1). interessante osservare la continua ricerca, da parte di Cesare, di una presa di distanza da qualsiasi coinvolgimento personale del narratore, ricerca che si traduce in espressioni attenuate come la frase non alienum esse videtur (r. 1), che combina una litote con l uso di videor, per di più impersonale. Con sguardo distaccato, ma estremamente preciso, l autore vuole presentare una situazione che dimostri ai lettori la necessità di un intervento militare che garantisca la salvaguardia dalla pericolosa instabilità politica di queste popolazioni. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 718

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana