3. Dalla città al mondo

Il contesto storico La conquista del Mediterraneo in breve schierata con Pèrseo, vengono portati a Roma come ostaggi; decine di migliaia di persone sono ridotte in schiavitù. L immensa quantità di bottino conquistato è tale da rendere possibile l abolizione definitiva del tributum, l imposta sulla proprietà dei cittadini romani che era stata introdotta durante la guerra contro Veio per sostenere l esercito cittadino. La vittoria sulla Macedonia, però, ha anche altre conseguenze: l inaffidabilità mostrata dagli alleati, riluttanti a schierarsi apertamente con i Romani, e la fine di una potenza che avrebbe potuto opporre con successo una qualche resistenza all espansione romana spingono Roma a mettere da parte le cautele nell esercizio della propria supremazia. Ciò si traduce in un interventismo politico sempre più accentuato e nell imposizione di condizioni più dure nei confronti delle popolazioni assoggettate. senza dubbio al malcontento generato da questo nuovo rigore che vanno attribuite le rivolte che, fra il 149 e il 146 a.C., infiammano la Macedonia e la Grecia stessa, portando alla distruzione della ribelle città di Corinto nel 146 a.C., lo stesso anno in cui Roma si accinge a radere al suolo Cartagine al termine della terza guerra punica. 3. Dalla città al mondo Una parte della storiografia classica vede nella fine di Cartagine l origine del lungo periodo di instabilità politica conclusosi nel secolo successivo con la fine della repubblica. Secondo l opinione antica, infatti, la scomparsa del tradizionale nemico di Roma avrebbe fatto venir meno la coesione della comunità e favorito l affermarsi di politici ambiziosi, disposti ad anteporre le loro carriere al benessere della res publica. In realtà, agli inizi del II secolo a.C. si innesca un processo molto più complesso, legato alla sostanziale inadeguatezza degli istituti romani, dal carattere ancora fortemente civico, alla gestione di un territorio ormai immenso. Un sistema militare da rifondare Nonostante le numerose campagne militari e la straordinaria estensione dei territori assoggettati, Roma conserva una struttura amministrativa che è ancora quella della città antica e che ha risvolti negativi innanzitutto sul versante bellico. Le legioni romane, infatti, sono formate da soldati reclutati esclusivamente fra i cittadini iscritti nelle cinque classi di censo, dunque escludendo gli individui considerati troppo poveri ( pp. 38-39). Una tale composizione dell esercito è decisamente sfavorevole alle classi medie, che sono chiamate a prestare servizio militare per periodi sempre più lunghi, e sempre più lontano da casa, in cambio di una ricompensa, spesso modesta, che giunge solo a guerra finita e unicamente in caso di vittoria. Oltretutto, il numero dei cittadini arruolabili non è più adeguato a un impegno militare via via più intenso, anzi è in netto calo a causa del nuovo scenario economico che si va delineando con il consolidamento dell egemonia romana del Mediterraneo: l imponente afflusso di manodopera schiavile, di merci a buon mercato dall Oriente e di ingenti quantità di denaro sta mettendo in crisi i piccoli proprietari terrieri, che non sono più in grado di resistere alla concorrenza. Questo fa sì che, con il tempo, diventi sempre più difficile riuscire a reclutare soldati disposti a partecipare alle spedizioni militari, nonostante si sia progressivamente ridotto il limite minimo di censo Il protrarsi delle campagne militari oltre i limiti temporali delle cariche pubbliche spinge i Romani a prolungare l incarico di consoli e pretori (prorogatio imperii). Rilievo raffigurante un cavaliere romano di età repubblicana. 71

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana