Tua vivit imago - volume 1

10 2. Refe runt consules de re publica. L. Lentu lus consul senatui reique publicae se non defuturum pollicetur, si audacter ac fortiter sententias dicere velint; 3. sin Caesarem respiciant atque eius gratiam sequantur, ut superioribus fecerint temporibus, se sibi consilium capturum neque senatus auctoritati obtemperaturum: habere se quoque ad Caesaris gratiam atque amicitiam receptum. 2. I consoli sottopongono al Senato la situazione generale della repubblica. L uno di essi, Lucio Lèntulo, si impegna a non venir meno al Senato e alla repubblica, se essi vogliono esprimere il loro parere con coraggio e fermezza; 3. se invece hanno riguardo di Cesare e ne cercano il favore, come hanno fatto per il passato, egli provvederà a sé stesso e si considererà sciolto dall autorità del Senato; anche lui può cercar rifugio nel favore e nell amicizia di Cesare 15 4. In eandem sententiam loquitur Scipio: Pompeio esse in animo rei publicae non deesse, si senatus sequatur; si cunctetur atque agat lenius, nequ quam eius auxilium, si postea velit, senatum imploraturum. 4. Lo stesso parere esprime Scipione: Pompeo ha intenzione di non venir meno alla repubblica, se il Senato lo segue; se esita ed agisce troppo fiaccamente, invano implorerà il suo aiuto, quando poi ne avrà bisogno. (trad. A. La Penna) sono i senatori. respiciant: il verbo signi ca letteralmente volgersi [indietro] a guardare , e dunque aver riguardo per . fecerint: l uso del congiuntivo si deve al fatto che la subordinata fa parte di una oratio obliqua. se sibi consilium cap- RIPETIZIONI FUNZIONALI La ripetizione di vocaboli chiave in questo caso afferenti al gergo politico è funzionale a trasmettere l idea che i senatori intendono focalizzare l attenzione sull importanza della repubblica rispetto alle iniziative personali di singoli cittadini, com è Cesare. SIMMETRIA Il verbo pollicetur ( promette , dal deponente polliceor) introduce una oratio obliqua, una sorta di discorso indiretto. Essa è costruita su due periodi ipotetici della possibilità, disposti a chiasmo. Anche in questo caso, Cesare ordina il discorso simmetricamente. PRINCIPALE Lentulus consul pollicetur APODOSI se non defuturum (esse) PROTASI sin respiciant atque sequantur PROTASI si velint dicere sententias APODOSI se sibi consilium capturum (esse) neque obtemperaturum SIMMETRIA Il verbo loquitur ( afferma, esprime , dal deponente loquor) introduce una seconda oratio obliqua (dopo quella dei paragra 2-3). Anche questa è costruita su due periodi ipotetici della possibilità, in cui apodosi e prodosi sono disposti a chiasmo. PRINCIPALE In eandem sententiam loquitur Scipio APODOSI esse in animo PROTASI si cunctetur atque agat PROTASI si senatus sequatur APODOSI imploraturum (esse) TENDENZIOSIT Il comparativo con valore assoluto dell avverbio lenius ( troppo lievemente ) nasconde una velata minaccia, così come la subordinata postea velit ( se dopo vorrà ). Attraverso questi elementi retorici e lessicali Cesare modula il tono apparentemente oggettivo del resoconto, spingendo il lettore a interpretare i fatti secondo il suo punto di vista. turum: avrebbe pensato a sé stesso , prendendo quindi una decisione nel proprio interesse. 4. In eandem sententiam imploraturum Prende la parola Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasìca, che era stato console nel 52 a.C. insieme a Pompeo (di cui era anche suocero). loquitur: parla . deesse: da notare come il verbo desum sia ripetuto identico nei due discorsi (defuturum, paragrafo 2; deesse, paragrafo 4). 709

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Età arcaica e repubblicana