L’ORATORIA IN ETÀ MEDIEVALE E MODERNA

L oratoria Quintiliano, autore di un opera l Institutio oratoria che costituisce il più ampio e organico trattato di retorica dell antichità, destinato a diventare un modello per l intera storia culturale occidentale, no alla modernità. Recuperando da Cicerone un alto senso della funzione civile della retorica, Quintiliano insiste molto sulla formazione e sull educazione scolastica dell oratore, importante sin dagli anni dell infanzia, tanto che l opera si può considerare anche un antecedente dei moderni trattati di pedagogia. Furono, inoltre, oratori molti degli scrittori imperiali che noi conosciamo per altre opere, tra i quali lo storico Tacito e l epistolografo Plinio il Giovane, entrambi allievi di Quintiliano. Di Plinio il Giovane è conservato un discorso, il Panegyricus Traiano, pronunciato nel 100 d.C. per ringraziare l imperatore in occasione dell elezione a console dell autore. Si tratta del primo di una serie di testi che ritroviamo raccolti in età tardoantica, quella dei panegirici, nei quali, riprendendo un genere praticato dai Greci, gli oratori tardoantichi compongono discorsi di lode nei confronti del principe (particolarmente interessante è quello indirizzato nel 297 d.C. da Eumerio a Costanzo Cloro, per ringraziarlo della riapertura delle scuole dopo le guerre barbariche). questo campo, fu il bolognese Guido Faba (o Fava, XII-XIII secolo), autore di una Summa dictaminis e dei Dictamina rhetorica. L ORATORIA DAL CINQUECENTO ALL OTTOCENTO In età umanistica, con l affermarsi dello studio sistematico dell antichità, il genere oratorio propriamente detto conosce una nuova oritura, seguendo in particolare il modello ciceroniano. Scrivono orazioni degne di nota, tra gli altri, l umanista Lorenzo Valla (1407-1457), il losofo Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494), autore di una celebre orazione De hominis dignitate, che rappresenta per molti versi una sorta di manifesto dell Umanesimo; e il poeta Angelo Poliziano (1454-1494), che compone diverse praelectiones ( prolusioni ), cioè vere e proprie orazioni che si tenevano in apertura di un corso universitario. In età moderna ogni nazione ha avuto grandi oratori, tutti più o meno impegnati nell agone politico. Una gura di spicco è quella del vescovo francese Jacques-Bénigne Bossuet (1627-1704), autore di alcune orazioni funebri per i reali di Francia che rimangono ancora oggi tra le più belle composizioni in prosa della letteratura francese. L ORATORIA IN ET MEDIEVALE E MODERNA LE DISPUTE MEDIEVALI Nel Medioevo europeo l oratoria godette di grande considerazione: tutta la formazione scolastica, no alle soglie dell Umanesimo, comprendeva infatti, accanto al curriculum scienti co (il quadrivium: musica, astronomia, aritmetica e musica), un curriculum umanistico , come diremmo oggi (il trivium: retorica, dialettica e grammatica). Quest ultimo aveva proprio nel buon uso dell eloquenza il suo centro. Nel mondo medievale, l oratoria assume delle forme nuove, e viene impiegata anche nel corso di dispute fra eruditi intorno a vari temi (teologici, loso ci, morali ecc.). Un tipo particolare di oratoria era quello dell ars dictaminis ( arte del dettare , perché gli autori latini dettavano le loro opere a segretari): si trattava di applicare le regole della retorica alla composizione epistolare in latino, in realtà con risvolti sovente più ampi, perché la tecnica con cui si apprendeva a scrivere epistole veniva poi applicata a testi anche di altro genere. Un importante trattatista, in Luca Signorelli, Coppia di apostoli in disputa, 1477-1482. Loreto, Basilica della Santa Casa. 677

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana