Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI una questione di scarsa importanza storica che il mittente sa che susciterà l ilarità dell amico (Rides?, r. 10). Contro i Butroti Cesare aveva comminato un provvedimento di con sca del territorio, nel quale aveva insediato una colonia di legionari veterani con cui aveva scon tto Pompeo a Farsàlo nel 48 a.C. Uno dei proprietari delle terre espropriate era lo stesso Attico, che aveva chiesto a Cicerone di intercedere presso Cesare per ottenere la revoca del provvedimento, cosa che l oratore si rammarica di non essere ancora riuscito a fare (At per Senatus consultum doleo, non mea potius adsiduitate, diligentia, gratia per ci, rr. 10-11). Le Idi di marzo Dopo il cesaricidio Cicerone è preso dallo sconforto e arriva a deplorare le Idi di marzo, che considera un fallimento, perché, come dichiara nella seconda parte di questa stessa lettera, esse avevano determinato l eliminazione del tiranno, ma non avevano ripristinato né la libertà né la repubblica («siccome pur dopo l uccisione del padrone assoluto non siamo liberi, io all età che mi ritrovo non avrei dovuto darmi da fare per evitare quel terribile padrone , Ad Atticum XV, 4, 3, trad. C. Di Spigno). A cambiare era stata solo la persona che privava i Romani della libertà. Secondo la lettura dei fatti data da Cicerone, l impresa dei congiurati, benché fosse degna di veri eroi, era tuttavia rimasta incompiuta, perché rimanevano numerosi e seri problemi (reliqua magna sunt ac multa, Ad familiares XII, 1, 1), che spettava ai congiurati risolvere, e soprattutto perché non erano state eliminate le cause della crisi della repubblica, che per Cicerone erano state determinate principalmente da Cesare. Dopo l azione violenta i congiurati si sono mostrati privi di determinazione, inerti, incapaci di occupare il vuoto istituzionale seguito alla morte di Cesare. Cicerone non solo li critica, paragonando la loro capacità decisionale a quella dei bambini (Animis enim usi sumus virilibus, consiliis, mihi crede, puerilibus, rr. 13-14), ma, ricorrendo all ef cace metafora dell albero (r. 14), deplora anche il fatto che oltre a Cesare non siano stati soppressi Antonio e i più irriducibili tra i cesariani; come ai tempi della congiura di Catilina, anche ora egli avrebbe estirpato il male alla radice (per la metafora medica dell epurazione di un organismo impiegata nelle Catilinarie p. 585). Tale proposito è più volte espresso da Cicerone non solo nell epistolario, ma anche nelle orazioni (cfr. per esempio Philippicae II, 14, 34: si enim fuissem, non solum regem sed etiam regnum de re publica sustulissem, «se io fossi stato uno di loro [cioè dei congiurati], avrei eliminato dal corpo dello stato non solo il tiranno ma anche la tirannide , trad. G. Bellardi). Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Qual è, fuor di metafora, il significato dell espressione Excisa enim est arbor, non evulsa; itaque quam frutice tur vides (r. 14)? ! repetita iuvant INFINITO E PARTICIPIO FUTURO; LA COSTRUZIONE PERIFRASTICA ATTIVA Il latino possiede un participio sconosciuto all italiano, quello futuro, che si ottiene aggiungendo il suf sso -urus, -ura, -urum al tema del supino; il participio futuro si declina come un aggettivo della prima classe. Al caso accusativo e unito all in nito presente del verbo esse, con tale participio si forma l in nito futuro attivo, che si usa, per esempio, per dare valore di posteriorità alle proposizioni in nitive (te probaturum [esse], r. 4). Attraverso l unione del verbo esse con il participio futuro si ottiene anche un costrutto sintattico particolare, denominato costruzione perifrastica attiva (neque enim alio loco de Sullae rebus dicturi sumus, «non ho infatti intenzione di parlare altrove delle sue gesta , Sallustio). Tale costrutto può esprimere tre diversi valori: imminenza, intenzionalità o necessità (predestinazione) dell azione. Svolgi&Veri ca ANALISI 2. Quale artificio retorico riconosci nella successione adsiduitate, diligentia, gratia (r. 11)? 658 Esercizi interattivi 1. Inquadra il QrCode: riconosci nei periodi proposti la costruzione perifrastica attiva e il suo valore.

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Età arcaica e repubblicana