Tua vivit imago - volume 1

L autore Cicerone 10 si vero etiam Carfulenus, àno potamòn. Antoni consilia narras turbulenta. Atque utinam potius per populum agat quam per Senatum! Quod quidem ita credo. Sed mihi totum eius consilium ad bellum spectare videtur, si quidem D. Bruto provincia erip tur. Quoquo modo ego de illius nervis exist mo, non videtur fieri posse sine bello. Sed non cupio, quoniam cavetur Buthrotiis. Rides? At per Senatus consultum doleo, non mea potius adsiduitate, diligentia, gratia perf ci. 2. Quod scribis te nesc re quid nostris faciendum sit, iam pridem me illa aporìa sollicitat. Itaque stulta iam Iduum Martiarum est consolatio. Animis enim usi sumus virilibus, consiliis, mihi crede, puerilibus. Excisa enim est arbor, non evulsa; itaque quam frutice tur vides. il tabellarius (r. 2). unam XI, alteram X: una del 22, l altra del 23 . Ad recentiorem leviorem: sottintendi respondeo. laudo Carfulenus: si allude al fatto che la legione Marzia, di cui Carfuleno era comandante, si era ribellata ad Antonio. Si vero etiam Carfulenus sottintende probabilmente Antonium defecerit. àno potamòn: ai monti [risalgono] le sorgenti [dei umi] . la semicitazione di un verso della Medea di Euripide (àno potamòn ieròn koroùsi pagài, rimontano alla sorgente le acque dei sacri umi , v. 410). L ady` naton* proverbiale è usato per dire che le cose vanno a rovescio (cfr. Euripide, Supplici 520-521; Orazio, Odi I, 29, 10-12). utinam Senatum: magari li attuasse per mezzo del popolo piuttosto che del Senato . Utinam agat è congiuntivo desiderativo concepito come realizzabile nel presente (o nel futuro). Quod: nesso relativo; è oggetto della sottintesa in nitiva eum (cioè Antonium) acturum esse, retta da credo ( credo che lo farà ). D. Bruto erip tur: Antonio voleva togliere a Decimo Bruto il governo della Gallia Cisalpina (datogli da Cesare) e l esercito annesso. Quoquo modo exist mo: lett. in qualunque modo io pensi riguardo alle sue energie , cioè qualunque giudizio io possa esprimere riguardo alla sua resistenza . non videtur fieri posse: non sembra che [ciò] possa accadere ; notevole è l ellissi del soggetto id nella costruzione personale di videor. non cupio: sottintendi id eri. quoniam cavetur Buthrotiis: Butroto era una città dell Epìro. doleo perf ci: mi dolgo che [ciò] si realizzi (perf ci) per mezzo di un decreto del Senato, e non, piuttosto, grazie alla mia perseveranza, alla [mia] cura, al [mio] favore ; è di nuovo sottinteso id. 2. Quod scribis vides Quod scribis: la proposizione completiva introdotta dal quod ( quanto al fatto ) regge l in nitiva te nesc re, da cui dipende l interrogativa indiretta quid faciendum sit. nostris: Bruto e Cassio. aporìa: termine greco qui usato nel signi cato di incertezza . Animis puerilibus: infatti abbiamo avuto un coraggio virile, ma, credimi, una capacità decisionale infantile . Gli ablativi (animis virilibus e consiliis puerilibus) sono retti da usi sumus (perfetto di utor); il parallelismo, sottolineato dall asindeto*, risalta l antitesi tra il coraggio degno di eroi e le tattiche dissennate. Consilium (corradicale di consule re, ri ettere, decidere, provvedere ) indica la capacità decisionale di chi sa individuare la soluzione migliore. Nota l inciso mihi crede: l appello alla ducia del destinatario della lettera conferisce una foza notevole alla comunicazione. L inciso in Cicerone è posto o, come qui, dopo un elemento della frase o dopo la frase stessa. vides: regge l interrogativa indiretta quam frutice tur; frut cor è denominale da frutex, con cui si indica un intrico di arbusti o un cespuglio. Analisi del testo Cicerone, con una lettera scritta ad Arpino il 24 maggio del 44 a.C., risponde a due lettere inviate da Attico il 22 e il 23 maggio e consegnategli insieme a una richiesta di riconciliazione dell antoniano Quinto Fu o Caleno, il quale aveva accusato l oratore di essere il promotore ideale del tirannicidio attuato per mano di Bruto. I piani di Antonio Cicerone, dopo essersi detto soddisfatto per la ribellione della legione Marzia (defezionò da Antonio per unirsi a Ottaviano il 24 novembre del 44 a.C.), esamina la questione relativa ai piani del console ormai avviatosi verso la supremazia (rr. 5-6). Egli infatti mira a ottenere l assegnazione quinquennale del governatorato della Gallia Cisalpina, dove Bruto, il legittimo assegnatario, si era diretto dopo la seduta del Senato del 17 marzo che aveva sancito l impunità per i cesaricidi, e a far approvare il provvedimento all assemblea popolare anziché al Senato (rr. 7-10). La pretesa di Antonio di sottrarre la Gallia Cisalpina a Decimo Bruto viene interpretata da Cicerone come un intenzione di guerra, anche se, a dire il vero, grazie alla lex tribunicia de provinciis non ci sarebbe stato nessun ricorso alla violenza: Antonio avrebbe potuto perseguire il proprio scopo rimanendo nel piano della legittimità. La vicenda dei Butroti Cicerone si mostra contrario a un possibile con itto civile adducendo quale pretesto la vicenda relativa agli abitanti di Butroto, morosi per tasse sui terreni non versate all erario di Roma, 657

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana