La dimensione privata

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI La dimensione privata T28 Un tristissimo saluto alla famiglia tratto da Ad familiares XIV, 4 ITALIANO Per effetto della legge con valore retroattivo de capite civis Romani, fatta approvare nel 58 a.C. dal tribuno della plebe Clodio Pulcro, Cicerone viene processato per l illegale condotta tenuta con i catilinari e si vede costretto ad allontanarsi da Roma. Questa lettera è scritta il 29 aprile del 58 a.C. a Brindisi, da dove egli sta per salpare alla volta di Cìzico, in Asia Minore; durante il viaggio, però, cambierà idea e si fermerà a Tessalonìca, in Macedonia. Il senso della tragedia personale determinato dall esilio e dalla mancanza degli affetti più cari rivive in una delle più commoventi lettere che Cicerone indirizza alla famiglia. In essa l immagine dell uomo af itto convive con quella del padre che, sebbene lontano, provvede alla gestione del patrimonio e non trascura nemmeno gli affari di minore importanza. 5 10 15 20 25 Tullio1 saluta i suoi cari Terenzia, Tullia e Cicerone 1. Io vi spedisco lettere meno spesso di quanto potrei poiché, se tutti i miei momenti sono infelici, tuttavia quando vi scrivo o leggo le vostre lettere sono sopraffatto dalle lacrime al punto che non posso resistere. Oh, se fossi stato meno desideroso di vivere! Certamente non avrei visto alcun male nella mia vita, o non molto. Se la sorte mi ha conservato per qualche speranza di recuperare qualche bene un giorno o l altro, allora non ho sbagliato così gravemente; se invece questi mali sono definitivi, io desidero vederti il più presto possibile, vita mia, e morire tra le tue braccia, poiché né gli dèi, che tu hai venerato con la massima devozione, né gli uomini, al cui servizio sempre io mi sono messo, ci hanno ricambiato con qualche gratitudine. [ ] 3. Sono davvero disperato e avvilito! Che fare ora? Devo chiederti di venire, povera donna malata e distrutta nel corpo e nell animo? Non te lo devo chiedere? E così rimanere senza di te? Potrei fare così, mi pare: se c è speranza di un mio ritorno, rafforzala e favorisci la cosa; se al contrario, come io temo, tutto è perduto, vedi di raggiungermi, in qualunque modo. Sappi solo questo: se avrò te, non mi sembrerà di essere del tutto perduto. Ma che cosa accadrà alla mia cara, dolce Tullia? Pensate voi ora a questo; a me manca la facoltà di decidere. Ma certo, in qualunque modo andranno le cose, bisognerà preoccuparsi del matrimonio e del buon nome di quella poverina. E poi? Che cosa farà il mio caro Cicerone?2 Vorrei sempre tenerlo stretto fra le mie braccia. Non posso più scrivere oltre; la pena me lo impedisce. 4. Non so che cosa ne sia stato di te, se conservi qualcosa o se, come temo, sei stata spogliata di tutto. Spero che Pisone sarà sempre dalla nostra parte, come mi scrivi.3 Quanto alla liberazione dei servi, non c è motivo che tu ti preoccupi. An- 1. Tullio: nelle lettere indirizzate ai membri della sua famiglia e al liberto Tirone Cicerone usa il proprio nomen, Tullio. 648 2. il mio caro Cicerone: si riferisce al glio minore, Marco. 3. Pisone come mi scrivi: Pisone è il primo marito di Tullia, adoperatosi per far tornare il suocero in patria; muore nel 57 a.C.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana