Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI Il desiderio di conoscenza Spinto dalla sete di conoscenza l uomo si accosta a ciò che è nuovo e addirittura si sente felice (ad beate vivendum) quando conosce i fenomeni naturali e i fatti segreti (cognitionem rerum aut occultarum aut admirabilium, r. 3). Dall inclinazione alla ricerca del vero sorge la sapienza. Cicerone chiarisce che quando si desidera conoscere e sapere si devono evitare due difetti: «l uno, di credere di sapere quello che non sappiamo e di accettarlo alla leggera [ ]. L altro difetto consiste nel dedicare troppo amore ed eccessiva cura nello studio di cose oscure e dif cili ed anche non necessarie ; solo in questo modo «tutta la cura che si porrà nello studio delle cose oneste e degne di essere apprese sarà giustamente lodata (De of ciis I, 18-19, trad. A. Resta Barrile). La grandezza d animo Connesso al desiderio di conoscenza è l istinto di superiorità sugli altri, che dà origine alla fortezza (magnitudo animi, r. 8) e al disprezzo delle cose umane (humanarum rerum contemptio, r. 8). Infatti un animo ben strutturato dalla natura (animus bene informatus a natura, r. 6) non tollera la subordinazione se non da parte di chi può trasmettere conoscenze ed esercita un potere in modo giusto e legittimo. Alla base della magnitudo animi vi è per Cicerone il rigido controllo del desiderio personale e il disprezzo dei beni terreni, quali onori, ricchezza, potere. Il magnanimus sa disprezzare le cose terrene perché è consapevole che «l uomo non deve ammirare o ricercare nulla che non sia l onesto e il decoro e che non deve lasciarsi vincere dalle passioni e dalla fortuna (De of ciis I, 66). Il bisogno di bellezza e il senso morale L inclinazione all armonia poggia sulla sensibilità per l ordine di ciò che si percepisce attraverso la vista e crea la moderazione o temperanza, cioè l assenza di turbamenti e la giusta misura in ogni cosa (omnis sedatio perturbationum animi et rerum modus, De of ciis I, 93). Solo all uomo, e non agli animali, è concesso di avere consapevolezza della bellezza e delle armonie della realtà (rr. 9-12). Trasferendo questo criterio di somiglianza dagli occhi all anima, l uomo ha sviluppato il senso morale, che lo porta a sentire il bisogno di bellezza e di ordine nelle azioni e nelle parole. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Nel paragrafo precedente a quelli proposti in questo passo Cicerone ha mostrato come dal vivere comune sorga nell uomo il concetto di giustizia ( T25, par. 12), una di quelle che costituiscono le virtù platoniche (delineate nel Fedro) poi ereditate dalla filosofia tomistica e cristiana nelle cosiddette virtù cardinali; in questo passo, invece, descrive le azioni umane che portano all acquisizione delle altre tre virtù, poi definite nel par. 15 del De of ciis, ossia sapienza, fortezza e temperanza. Utilizzando la tabella sottostante, spiega in che rapporto stanno tra loro le azioni umane e a quale delle virtù elencate esse portano (l esercizio è avviato). Vivere sociale e costituzione della famiglia (T25, par. 12) La ragione spinge l uomo a distinguersi dagli altri animali e a unirsi ad altri suoi simili. giustizia Spinge l uomo a disvelare i segreti della natura alla ricerca della vita felice. sapienza Magnanimità e distacco dalle cose terrene fortezza Avvertenza e ricerca di ordine, convenienza e moderazione temperanza ANALISI 2. Il passo è lessicalmente dominato dall idea di ciò che conviene (quid sit quod deceat, r. 10). Con l aiuto del dizionario, cerca il sostantivo decus, spiegane il significato e mostra come sia collegato al brano appena letto. Quali sono i termini italiani che derivano dalla stessa radice? 3. Cicerone fa ricorso a diversi accumuli lessicali , in alcuni dei quali possiamo riconoscere un climax, in altri un endiadi. Rintracciali nel testo e specifica qual è lo scopo del loro utilizzo. 644

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana