Intrecci letteratura - Dante e la teoria degli stili

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI letteratura Dante e la teoria degli stili L a codificazione ciceroniana dei tria genera dicendi, esposta nel De oratore e nell Orator (ma anche nella Rhetorica ad Herennium p. 307), influenza i trattati retorici e le produzioni letterarie successive. La recepisce per esempio sant Agostino (354-430 d.C.), il quale dedica il quarto libro del De doctrina Christiana al proferre, cioè alla corretta esposizione dei contenuti. Nel Medioevo la dottrina dei tre stili è solo uno degli aspetti della retorica; la sua importanza è però fondamentale, perché costituisce nelle scuole il primo gradino della formazione letteraria e della composizione artistica ed è uno strumento su cui basare il giudizio stilistico ed esegetico di tutte le produzioni scritte. Nel De vulgari eloquentia, trattato in prosa latina teso a illustrare il suo ideale linguistico, Dante (1265-1321), applicando il principio del conveniens, ritiene che non esista uno stile letterario valido per tutte le opere, ma che esso debba adattarsi alla materia. Come gli antichi, infatti, gli autori medievali distinguevano uno stile sommo (gravis), uno medio (mediocris), uno umile (humilis). Dante chiama questi tre stili rispettivamente tragico, comico ed elegiaco, e li fa corrispondere ai tre gradi di locuzione, sublime o elevato, mezzano e umile: assegna il tragico al «volgare illustre e alla canzone; il comico, genere sostanzialmente non aulico, alla ballata e ai sonetti; riserva l elegiaco alle forme popolari. 4. Anzitutto affermiamo [ ] che ognuno deve adeguare il peso della materia alle proprie spalle, affinché per l eccessivo carico di cui sono gravate le loro forze non càpiti di dover incespicare nel fango: che è quanto insegna il nostro Maestro Orazio quando dice al principio della Poetica: «Assumete una materia .1 5. Nell àmbito poi degli argomenti che si presentano come materia di poesia, dobbiamo aver la capacità di distinguere se si tratta di cantarli in forma tragica, o comica, o elegiaca. Con tragedia vogliamo significare lo stile superiore, con commedia quello inferiore, con elegia intendiamo lo stile degli infelici. 6. Se gli argomenti scelti appaiono da cantare in forma tragica, allora bisogna assumere il volgare illustre, e di conseguenza annodare [cioè comporre] la canzone. Se invece siamo a livello comico, allora si prenderà talora il volgare mediocre, talora l umile [ ]. Se infine siamo a livello elegiaco, occorre prendere solamente il volgare umile. (De vulgari eloquentia II, 4-6, trad. P.V. Mengaldo) 1. Maestro materia: il riferimento è ai vv. 38-39 dell Ars poetica di Orazio (65-8 a.C.): Sumite materiam vestris, qui scribitis, aequam / viribus («Se mai decidete di scrivere, scegliete un argomento che si adatti alle vostre forze , trad. M. Ramous). Domenico Petarlini, Dante in esilio, 1860 ca. Firenze, Palazzo Pitti. 608

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana