Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 15 20 Qua re suo iure noster ille Ennius sanctos appellat poetas, quod quasi deorum aliquo dono atque mune re commendati nobis esse videantur. 19. Sit ig tur, iudices, sanctum apud vos, humanissimos homines, hoc poetae nomen, quod nulla umquam barbaria violavit. Saxa et solitudines voci respondent, bestiae saepe immanes cantu flectuntur atque consistunt: nos, instituti rebus optimis, non poetarum voce moveamur? Homerum Colophonii civem esse dicunt suum, Chii suum vind cant, Salaminii repe tunt, Smyrnaei vero suum esse confirmant, itaque etiam delubrum eius in oppido dedicaverunt: permulti alii praeterea pugnant inter se atque contendunt. Ergo illi alienum, quia poeta fuit, post mortem etiam expe tunt: nos hunc vivum, qui et voluntate et legibus noster est, repudiamus? Praesertim cum omne olim studium atque omne ingenium contulerit Archias ad populi Romani gloriam laudemque celebrandam? Per questo ben a ragione il nostro celebre Ennio chiama «sacri i poeti, perché sembrano esserci stati affidati quasi per dono benevolo degli dèi. 19. Sia dunque, giudici, sacro presso di voi, uomini coltissimi, questo nome di poeta, che mai nessuna gente, per quanto barbara, ha osato oltraggiare. Le rupi e i deserti rispondono al suono di una voce, spesso bestie feroci si arrestano placate dal canto: e noi, educati dai migliori insegnamenti, non dovremmo sentirci toccati dalla voce dei poeti? I Colofonii dicono Omero loro concittadino, i Chii lo rivendicano per sé, i Salaminii lo reclamano; gli Smirnei, poi, ribadiscono che è loro compatriota, e pertanto gli hanno anche eretto un tempietto nella città; e ancora moltissimi altri se lo contendono con dispute accese. E così queste comunità anche dopo la sua morte reclamano uno straniero, perché era un poeta; e noi vogliamo respingere costui, che è vivo ed è, per sua volontà e per legge, nostro? Tanto più che Archia da gran tempo ha consacrato tutto il suo zelo e il suo talento alla celebrazione della gloria e della fama del popolo romano. (trad. G. Bertonati) Qua re: nesso relativo (lett. per la qual cosa ). noster ille Ennius: il nostro famoso Ennio ; l aggettivo dimostrativo ha senso enfatico, mentre l aggettivo possessivo connota il poeta come gloria nazionale . Ricorda infatti che Quinto Ennio (239-169 a.C.), originario di Rudiae (nell odierna Puglia meridionale), ottenne la cittadinanza romana nel 184 a.C. grazie a Quinto Nobiliore, glio del console Marco Fulvio, il quale combatté contro gli Etoli nel 189 a.C. e fu per questo celebrato dal poeta negli Annales e nell Ambracia. Non possediamo il frammento di Ennio contenente la frase che Cicerone gli attribuisce. quod videantur: proposizione causale da cui dipende l in nitiva (commendati esse). dono atque mune re: propriamente il donum è ciò che si dona spontaneamente, mentre il munus è ciò che si è tenuti a donare; ma qui l espressione è da considerare come un endiadi*. 602 19. Sit celebrandam? humanissimos homines barbaria: nota la forte contrapposizione tra la barbarie e la cultura (humanitas), ripresa subito dopo (e ampli cata) da quella tra i sassi e le belve , da una parte, e noi dall altra. Saxa consistunt: Cicerone allude ad An one, capace di incantare le bestie e di muovere al suono della lira i massi con cui costruì, secondo il mito, le mura di Tebe, e a Orfeo, il cantore tracio che al suono della lira ammansiva le belve feroci e trascinava alberi e rocce (per recuperare la moglie Euridice negli inferi incantò Caronte e placò Cerbero). nos moveamur?: è una domanda retorica, come poi, alle rr. 19-20, nos hunc vivum repudiamus?. Homerum contendunt: Colofone è stata una città della Ionia (odierna Turchia); Chio è un isola dell Egeo orientale; Salamina è un isola greca, la più estesa del golfo Argosaronico; Smirne è una città dell Asia minore (odierna Tur- chia). Tra le città che vantavano i natali di Omero sono da ricordare anche Atene, Cuma, Pilo, Argo, Itaca, Rodi. Nota come Cicerone ponga il nome di Omero in incipit del periodo, in posizione enfatica. Ergo repudiamus?: ancora una forte contrapposizione (illi alienum post mortem e nos hunc vivum, qui noster est), nel contesto di una domanda retorica. praesertim cum: lett. specialmente dal momento che , quindi tanto più che (propriamente è una causale retta dalla proposizione interrogativa precedente). ad populi Romani celebrandam: Archia si era dedicato alla stesura di poemi epici sull esempio di Ennio; in uno celebrava la vittoria di Mario contro i Cimbri, in un altro le vittore di Lucullo nella guerra mitridatica.

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Età arcaica e repubblicana