T8 LAT ITA - Clodio, homo perdĭtus ac furiosus

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI T8 Clodio, homo perd tus ac furiosus tratto da Pro Milone 87-89 LATINO ITALIANO Dopo aver attaccato Clodio presentandolo come un mostro desideroso solo di potere e di strage, Cicerone cerca di dimostrare un ultima volta che con il suo atto il 18 gennaio del 52 a.C. Milone ha liberato lo Stato da un pericolo. 5 87. Dura (me dius Fidius) mihi iam Fortuna populi Romani et crudelis videbatur, quae tot annos illum in hanc rem publicam insultare pateretur. Polluerat stupro sanctissimas religiones, senatus gravissima decreta perfregerat, pecunia se a iudicibus palam redemerat, vexarat in tribunatu senatum, omnium ordinum consensu pro salute rei publicae gesta resciderat, me patria expulerat, bona diripuerat, domum incenderat, liberos, coniugem meam vexarat, Cn. Pompeio nefarium bellum indixerat, magistratuum privatorumque caedis effecerat, domum incenderat, vastarat Etruriam, multos sedibus ac fortunis eiecerat. Instabat, urgebat. Cape re eius amentiam civitas, Italia, provinciae, regna non poterant. Incidebantur iam domi 87. Spietata, in nome del dio Fidio, mi appariva da tempo la Fortuna del popolo romano, e crudele perché gli consentiva da tanti anni d infuriare contro questo nostro Stato. Aveva profanato con l adulterio le più sacre cerimonie, infranto i decreti più importanti del Senato, apertamente comprato dai giudici la propria assoluzione, perseguitato il Senato al tempo del suo tribunato, troncato ciò che col consenso di tutte le classi sociali si era fatto a vantaggio dello Stato; aveva cacciato me dalla patria, depredato i miei beni, incendiato la mia casa, perseguitato i miei figli e mia moglie, dichiarato a Pompeo una guerra empia, massacrato magistrati e privati cittadini, devastato l Etruria, espulsi molti proprietari dalle loro case e dai loro possedimenti. Non ci dava un attimo di tregua e ci incalzava; la città, l Italia, le province, i regni non riuscivano a contenere 87. Dura fore putaret Dura et crudelis: nota come i due aggettivi coordinati tra loro siano posti, rispettivamente, all inizio e alla ne della frase, subito prima del verbo principale. me dius Fidius: che il dio Fidio [mi aiuti/mi salvi] , cioè in fede . Fidius era la divinità romana protettrice della Fides pubblica e privata (probabilmente era in origine un epiteto di Giove). Secondo la tradizione il suo culto risaliva all epoca regia; era invocato come testimone nei giuramenti e nel suo tempio si conservavano anche numerosi trattati. Fortuna: Fortuna Publica Populi Romani era la dea protettrice dello Stato romano. quae: il pronome relativo si riferisce a Fortuna. insultare: verbo della proposizione in nitiva retta da pateretur (con soggetto illum); formato da in- e salto (frequentativo di salio), signi ca in origine saltare su/in/contro , da cui il signi cato gurato di insultare . Polluerat eiecerat: Cicerone offre una rapida panoramica dei reati commessi da Clodio, attraverso numerosi esempi; il periodo è caratterizzato da una lunga sequenza 592 di piuccheperfetti, collocati quasi tutti in ne di frase (con tre eccezioni: Polluerat, vexarat, vastarat), con omeoteleuto* della desinenza nale dei verbi. stupro: in latino il sostantivo indica una violazione ; il riferimento è qui alla profanazione dei riti della Bona Dea (sanctissimas religiones), commessa da Clodio nel 62 a.C., per la quale il Senato avrebbe voluto che Clodio fosse giudicato da un tribunale straordinario, mentre lui ottenne di essere giudicato secondo la procedura ordinaria. A Roma vi erano tribunali penali permanenti (quaestiones perpetuae) e a giudicare il caso della morte di Clodio era competente il tribunale per i reati di omicidio volontario e i vene ci (quaestio de sicariis et vene ciis); tuttavia Pompeo aveva istituito un tribunale straordinario (quaestio extraordinaria), di cui l oratore loda i giudici, e in particolare Pompeo (parr. 13-22). pecunia redemerat: lett. si era riscattato (se redemerat) dai giudici (a iudicibus) con il denaro (pecunia ) apertamente (palam, avverbio) . vexarat: piuccheperfetto sincopato (per vexaverat), come anche poi vastarat (per vastaverat). omnium gesta: lett. le cose fatte (gesta) con il consenso di tutti gli ordini (omnium ordinum consensu) per la salvezza dello Stato (pro salute rei publicae) ; il riferimento è ai provvedimenti presi in occasione della congiura di Catilina. expulerat: piuccheperfetto del verbo expello. caedis: accusativo plurale arcaico (per caedes). Instabat, urgebat: l asindeto* esprime l incalzare delle azioni di Clodio. amentiam: follia , da amens, folle in quanto privo di (a-) mente (mens) . civitas, Italia, provinciae, regna: climax* ascendente: da Roma all Italia alle province romane, no ai regni stranieri. Come osserva lo studioso Paolo Fedeli nel commento relativo a questo passo, «la progressione dell elemento locativo dal più piccolo (civitas) al più grande (regna) dà contemporaneamente la sensazione dell inarrestabile dilagare della pazzia di Clodio . domi: in casa , cioè a casa sua . Nota che nella traduzione qui proposta il termine domi è omesso. quae addicerent: proposizione relativa con valore

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana