T5 LAT - Antonio, il nemico della libertà di Roma

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI T5 Antonio, il nemico della libertà di Roma tratto da Philippicae II, 118-119 LATINO Nella seconda Filippica, che il poeta satirico Giovenale (55-135/140 d.C.) de nì divina per la sua eccellenza e la sua notevole fama (Satire 10, 125), Cicerone con uno stile vibrante e potente smonta le accuse di slealtà e di immoralità mossegli da Antonio, che lo additava come il principale responsabile della morte di Cesare. 5 ! repetita iuvant p. 588 10 118. Resipisce, quaeso, aliquando; quibus ortus sis, non quibuscum vivas, considera; mecum, ut voles, redi cum re publica in gratiam. Sed de te tu vide ris, ego de me ipse profitebor. Defendi rem publicam adulescens, non dese ram senex; contempsi Catilinae gladios, non pertimescam tuos. 119. Quin etiam corpus libenter obtulerim, si repraesentari morte mea libertas civitatis potest, ut aliquando dolor populi Romani pariat, quod iam diu partu rit. Ete nim, si abhinc annos prope viginti hoc ipso in templo negavi posse mortem immaturam esse consulari, quanto verius nunc negabo seni! Mihi vero, patres conscripti, iam etiam optanda mors est perfuncto rebus iis, quas adeptus sum quasque gessi. Duo modo haec opto, unum ut moriens populum Romanum liberum relinquam (hoc mihi maius ab dis immortalibus dari nihil potest), alterum, ut ita cuique eveniat, ut de re publica quisque mereatur. 118. Resipisce pertimescam tuos Torna in te, ti prego, una buona volta : è questa l esortazione di Cicerone ad Antonio. Resipisce: il verbo signi ca ravvedersi, aprire gli occhi ; è incoativo di resipio (da re e sapio). quaeso: è il desiderativo di quaero ed è spesso usato come inciso ( per favore ). quibus ortus sis: lett. da chi sei nato ; il complemento di origine è qui reso con il semplice ablativo. considera: regge le due precedenti interrogative indirette. non quibuscum vivas: non [i compagni] con cui vivi ; Cicerone si riferisce alla gente di ogni risma di cui Antonio si circondava. mecum in gratiam: con me [comportati] come vorrai, ma riconciliati con lo Stato . Dopo mecum è sottinteso age; dopo voles, agere; altri invece intendono riconciliati con me, quando vorrai, ma ora riconciliati con lo Stato , considerando sottintesa una seconda ripetizione di redi e attribuendo valore temporale a ut. Redire in gratiam cum aliquo signi ca tornare in buoni rapporti con qualcuno . de te de me: l antitesi* dei pronomi personali tu ed ego (e dunque la contrapposizione tra Antonio e Cicerone) è sottolineata dal chiasmo* (de te tu ego de me) e dall aggiunta di ipse. vide ris: è seconda persona singolare del futuro anteriore; il futuro anteriore va qui inteso con valenza esortativa: pensaci tu, sbrigatela tu . Vi- 586 deo con de e l ablativo signi ca occuparsi di . Defendi senex: l antitesi tra il perfetto (Defendi) e il futuro semplice (dese ram) e tra gli aggettivi predicativi adulescens e senex esprime ef cacemente l orgogliosa affermazione da parte di Cicerone del proprio operato svolto a vantaggio della res publica e del popolo romano per una vita intera. contempsi gladios: l espressione è ripresa da Giovenale, Satira 10, 123: Antoni gladios potuit contemnere. 119. Quin etiam mereatur Quin obtulerim: anzi offrirei volentieri il corpo , cioè sacri cherei volentieri la mia vita . Obtulerim è congiuntivo potenziale. si potest: se la libertà di Roma (civitatis) può essere subito ristabilita con la mia morte . Il verbo repraesento, che nel linguaggio commerciale signi ca pagare subito, in contanti , assume qui il senso di restituire, ristabilire . ut partu rit: così che l angoscia del popolo romano possa dare nalmente alla luce (aliquando pariat) ciò che da tempo porta in grembo. Ut ha valore consecutivo- nale; il verbo parturio ha qui signi cato di essere gravido (di qualcosa), portare in grembo . hoc ipso in templo: nel tempio della Concordia, dove il 5 dicembre del 63 a.C. (abhinc annos prope viginti, circa vent anni fa ) Cicerone aveva convocato i senatori per discutere la sorte dei congiurati che erano stati arrestati. negavi consulari: è un autocitazione da Catilinarie IV, 3: neque turpis mors forti viro potest accidere neque immatura consulari nec misera sapienti, «non può capitare una morte vergognosa a un uomo coraggioso, prematura a un ex console, triste a un saggio . Dal momento che il consolato è la massima carica, Cicerone considera di essere vissuto abbastanza. negabo seni: è sottinteso mortem immaturam esse. Mihi perfuncto: perfuncto (da perfungor, costruito qui con l ablativo) è participio congiunto di mihi, dativo d agente della perifrastica passiva (Mihi optanda mors est, la morte deve essere desiderata da me ). Il lungo iperbato* mette in risalto il curriculum dell oratore: Cicerone, infatti, forse presagendo il destino che lo attende, coglie l occasione per rievocare, in una sorta di ideale testamento, ciò che ha fatto per lo Stato e per il popolo romano nella sua lunga carriera. haec: è prolettico delle completive volitive ut relinquam e ut eveniat dipendenti da opto. hoc potest: costruisci: nihil maius hoc potest dari mihi ab dis immortalibus. ut ita mereatur: che a ciascuno (cuique) avvenga (eveniat) così come (ita ut) ciascuno (quisque) si renda meritevole verso lo Stato . Cicerone si augura che la sorte dell individuo sia coerente con il tipo di servizio prestato allo Stato.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana