Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI in breve conferisce musicalità al fraseggio. Le norme da seguire nella disposizione delle parole sono enunciate da Cicerone in Orator 149: «La fine di una parola sia legata col principio della seguente nel modo più stretto e le parole stesse abbiano il più dolce suono possibile; [ ] la struttura stessa della frase abbia la sua simmetria e completezza; [ ] il periodo abbia una chiusa provvista del giusto ritmo (trad. G. Norcio). Occorre, tuttavia, evitare di usare in clausola combinazioni metriche proprie della poesia. Così, per esempio, una clausola frequentemente usata da Cicerone è quella composta da un peone primo ( ) e da un trocheo ( ), come in esse videatur; è questa una clausola diversa da quella che si troverebbe in un esametro, dove avremmo invece esse videtur (dattilo + trocheo). Il lessico utilizzato Selezione lessicale, ricerca stilistica e retorica Il lessico di base di Cicerone è radicato da Cicerone nel sermo usato dalle persone colte, attentamente selezionato e rispondente ai princìpi del appartiene a un purismo linguistico che mira a un elocuzione corretta e a un buon latino: la lingua non latino colto, che deve essere inquinata da barbarismi e solecismi, si devono bandire gli arcaismi e i grecismi evita barbarismi, arcaismi e forme ed evitare le forme più vicine al parlato. All eleganza e all armonia della frase concorre anche del parlato. l uso sapiente dell ornatus, sempre finalizzato a un particolare scopo. Cicerone crea La creazione di un lessico loso co latino Per diffondere tra i Romani il pensiero filosofila lingua filosofica co greco Cicerone ritiene opportuno ricorrere al latino, nonostante a Roma chi si interessa alla latina: traduce filosofia sia in grado di leggere il greco. La lingua latina però, come notava già Lucrezio (I, 136i termini greci, ricorre a perifrasi o endiadi, 139), nonostante sia una lingua molto ricca, non dispone di un lessico filosofico, di termini inventa nuove parole capaci di esprimere con fedeltà e correttezza i concetti greci. Volendo presentare con eleganza e ne traslittera altre. le dottrine che i Greci avevano espresso in un linguaggio tecnico e in modo talora arido e oscuro, Cicerone crea un lessico filosofico trovando soluzioni che avranno successo nella storia della lingua filosofica: evita il ricorso a grecismi, impiega il corrispondente latino (honestum, o pulchrum, per kalòn; labor e dolor per pònos), endiadi* o perifrasi* nella resa dell astratto (al quale in latino si tende a preferire il concreto), risemantizza termini latini già esistenti (ars per tèchne, ratio per lògos, of cium per kathèkon). Importante è il suo contributo alla creazione di neologismi* per i concetti astratti come beatitas-beatitudo, evidentia, indiffe rens, moralis, perceptio, probabilitas, anche attraverso calchi dal greco come medie tas (per mesòtes), qualitas (per poiòtes); alcuni termini poi vengono traslitterati (per esempio atomus, harmon a, philosoph a). Sebbene L epistolario e il lessico familiare Le lettere prenelle lettere sentano una varietà di linguaggio e di stile che rispecnon manchino chia la varietà di destinatari e occasioni. Le lettere non le caratteristiche ufficiali, in particolare, offrono un latino diverso da del latino colto, appaiono anche quello delle altre opere, caratterizzato da una libertà alcuni elementi sintattica (in genere si privilegia la paratassi) e da un propri del sermo lessico familiare, da forme colloquiali e particolarità cotidianus. espressive. Ma non mancano casi in cui lo stile, nonostante la vicinanza al sermo cotidianus, il latino parlato, mantiene le caratteristiche della comunicazione tra colti, quali espressioni idiomatiche, vocaboli greci, citazioni poetiche, assenza di volgarismi; frequenti infine sono le esclamazioni, i neologismi e i diminutivi. Una pagina dell epistolario di Cicerone, manoscritto del XV secolo. Londra, British Library. 566

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Età arcaica e repubblicana