IL DE OFFICIIS

L autore Cicerone in breve Dialogo tra Tullio, Attico, Scipione l Africano e Lelio, miniatura tratta dal De senectute, XV secolo. Chantilly, Musée Condé. Il Laelius de amicitia Il Laelius de amicitia ( Lelio ovvero l amicizia ) è scritto forse nell autunno del 44 a.C., cioè dopo la morte di Cesare, quando Cicerone si prepara a rientrare nell agone politico. Il breve dialogo è dedicato ad Attico e ambientato nel 129 a.C., subito dopo la misteriosa morte di Scipione Emiliano. Gli interlocutori sono Lelio, amico intimo di Scipione, e i suoi due generi, Gaio Fannio e Mucio Scèvola l Augure. Facendo confutare a Lelio la teoria epicurea dell amicizia fondata sull interesse, Cicerone si propone di superare l antica concezione delle élite romane dell amicizia quale complesso di legami personali a scopo di favoritismo politico ( T27). L amicizia per Lelio è, infatti, disinteressata e si fonda sulla virtus (intesa come unione di amor, benevolentia, pietas, prob tas). L opera non è semplicemente una riflessione sul legame morale tra gli uomini, sulla natura e sul valore dell amicizia, ma ha anche uno scopo politico. L amicizia per Lelio si instaura solo tra i boni cives, cioè tra quegli uomini perbene appartenenti non solo alla nobilitas ma anche a più ampi strati della società romana, accomunati da educazione, sentimenti, idee politiche e interessati al benessere dello Stato. Cicerone estende il concetto di amicitia, intendendolo come consenso di sentimenti e di aspirazioni liberamente nato tra uomini virtuosi. Nel dialogo De amicitia Cicerone si sofferma sul sentimento dell amicizia, che deve guardare alla virtus e non all interesse. La vera amicizia può instaurarsi solo tra boni cives, che condividono sentimenti e valori positivi. „ IL DE OFFICIIS Il De of ciis ( I doveri ) è l ultimo trattato filosofico di etica politica e sociale, a cui Cicerone si dedica tra l ottobre e il dicembre del 44 a.C., nei mesi in cui, dopo l uccisione di Cesare, a Roma si è creato un vuoto di potere. verbum de verbo / Amicitia / Il termine amicitia, come l aggettivo amicus da cui si forma, ha la medesima radice del verbo amare. Questa derivazione etimologica è sottolineata diverse volte da Cicerone, che fa derivare amicitia ora dal sostantivo amor (amoris, ex quo amicitiae nomen est ductum, «di amore, da cui deriva il nome di amicizia , De natura deorum I, 122; amor [ ], ex quo amicitia nominata est, «l amore, da cui deriva il nome di amicizia , Laelius 26) ora dal verbo amare (amare, e quo nomen ductum amicitiae est, «amare, da cui deriva il nome di amicizia , De nibus II, 78; utrumque [è sottinteso verbum], dictum est ab amando, «entrambe le parole, cioè amor e amicitia, derivano da amare , Laelius 100). 561

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana