LA TEMATICA TEOLOGICA

L autore Cicerone in breve trine accademiche e peripatetiche, secondo le quali il sommo bene consiste nella perfezione dell anima e nella salute del corpo. Cicerone preferisce i princìpi accademici, in particolare la concezione della virtù come unione di beni spirituali e di beni del corpo. Nel De nibus emerge la preoccupazione di Cicerone per la diffusione dell epicureismo, che considera eversivo rispetto al mos maiorum. Dell epicureismo egli critica il determinismo atomistico, che fa dipendere tutto dalla casualità, e l etica, perché, essendo fondata sul principio del piacere, spingerebbe all individualismo e al rifiuto dell impegno attivo nella società. Occorre tuttavia precisare che, in realtà, l ideale severo e sereno del saggio epicureo non coincide con l edonismo, con il quale, soprattutto a causa dei commenti ostili di Cicerone e poi del pregiudizio dei Padri della Chiesa, si è spesso identificata l etica epicurea. Le Tusculanae disputationes Le Tusculanae disputationes ( Discussioni tuscolane ), dedicate a Bruto, sono composte nell estate del 45 a.C. e pubblicate all inizio del 44 a.C. Ognuno dei cinque libri riferisce le conversazioni avvenute in cinque giorni diversi a Tuscolo, dove Cicerone possedeva una delle sue molte ville. Gli interlocutori sono un maestro o forse lo stesso Cicerone e un anonimo allievo nei manoscritti designati con le iniziali maiuscole M (magister o Marcus Cicero) e A (aud tor o adulescens) , i quali discutono di argomenti tipici della speculazione ellenistica, in particolare della felicità umana e degli ostacoli che si frappongono al suo conseguimento. Il primo libro è dedicato alla paura della morte, il secondo alla sopportazione del dolore fisico, il terzo indica come si possa mitigare la tristezza, il quarto si concentra sugli altri turbamenti dell anima, il quinto ( T22) espone la tesi che «la virtù basta da sola per vivere felici (De divinatione II, 2). Ancora una volta Cicerone mostra di privilegiare il pensiero stoico di Panezio e di Posidonio (successore di Panezio nella guida della Stoa), adattato cioè alle esigenze della realtà romana: il saggio non è un tipo astratto, ma un uomo in cui confluiscono l etica stoica e il mos romano, quindi un aristocratico. La trasmissione della conoscenza alle giovani generazioni, miniatura dal De senectute, XV secolo. Milano, Biblioteca Trivulziana. Le Discussioni tuscolane , conversazioni tra un maestro e un suo allievo, trattano della felicità dell uomo e di ciò che può ostacolarla. Cicerone si esprime a favore della morale stoica. „ LA TEMATICA TEOLOGICA Alla tematica religiosa viene riservata una trilogia che comprende il De natura deorum, il De divinatione e il De fato. Il De natura deorum Composto tra il 45 e il 44 a.C., il De natura deorum ( La natura degli dèi ) è un dialogo in tre libri (il terzo lacunoso) dedicato a Bruto e ambientato forse nel 76 a.C. nella casa dell accademico Aurelio Cotta, dove Cicerone incontra il senatore epicureo Gaio Velleio e lo stoico Quinto Lucio Balbo. Secondo la tecnica della dialettica accademica, nel trattato si espongono la dottrina epicurea e quella stoica sulla natura del divino. Nel primo libro Velleio espone la teoria degli dèi che, vivendo felici negli intermundia, cioè spazi vuoti tra mondo e mondo, sarebbero indifferenti alle vicende umane; nel secondo libro Balbo presenta Testo PLUS Il proemio del De natura deorum 559

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana