Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI Libro I Scipione spiega che nessuna forma di governo è migliore delle altre. Secondo la teoria delle costituzioni, elaborata già da Aristotele e ripresa da Polibio ( p. 555) nel II secolo a.C., in ogni Stato le forme di governo si avvicendano ciclicamente: è il fenomeno della commutatio o, con termine tecnico, anaky`klosis. Le tre forme fondamentali di governo monarchia, aristocrazia e democrazia sono, già di per sé, imperfette: la monarchia e l aristocrazia mancano di libertà, la democrazia pecca di egualitarismo. Inoltre, per il fenomeno dell anaky`klosis, esse sono destinate sempre a degenerare rispettivamente in tirannide, oligarchia e demagogia (o oclocrazia). La costituzione romana costituisce invece un modello ideale, perché sintetizza le tre forme migliori rispettivamente nel consolato (elemento monarchico), nel Senato (elemento aristocratico) e nel tribunato della plebe (elemento democratico). Il regime misto di Roma non è esposto agli improvvisi mutamenti dell anaky`klosis. FORMA DI GOVERNO Monarchia = governo di uno Aristocrazia = governo dei migliori Democrazia = governo del popolo DEGENERAZIONE Tirannide = governo dittatoriale Oligarchia = governo di pochi Oclocrazia = predominio della folla senza freni La RES PUBLICA ROMANA rappresenta il modello ideale perché prevede nella FORMA MISTA la rappresentanza delle tre forme di governo: Consolato Monarchia Senato Aristocrazia Comizi Democrazia Libro II Scipione afferma che la costituzione romana è migliore anche perché la sua costruzione è avvenuta di generazione in generazione e grazie all apporto di varie classi sociali, non di singoli legislatori illuminati (come accaduto, invece, ad Atene con Solone). In questo libro inoltre si presenta lo sviluppo storico della costituzione romana e si individuano nella prudentia e nella providentia le caratteristiche del buon governante. Libro III Alla teoria pessimistica di Furio Filo, secondo il quale le leggi vengono promulgate solo nell interesse di chi governa, si oppone quella ottimistica di Gaio Lelio che vede nella legge positiva una traduzione della legge naturale. Si affronta il tema del bellum iustum e si legittima l espansionismo di Roma, che governa equamente i popoli sottomessi per il loro stesso bene. Cicerone sostiene, inoltre, che le leggi sono la base della convivenza civile e sono fondamentali perché regolano anche i rapporti internazionali. Libro IV incentrato sull educazione del cittadino e sulla formazione dello statista concepito come un moderator rei publicae al di sopra delle parti; si sottolinea il ruolo fondamentale della famiglia, si condanna il comunismo e si difende invece la proprietà privata. Libri V e VI Nel quinto ( T17) e nel sesto libro, del quale rimane solo la sezione finale del Somnium Scipionis ( T18, T19 e T20), si celebrava l integrità degli antichi Romani e si delineava il profilo dell uomo politico ideale. Il princeps è un cittadino, membro della classe dirigente, disposto a sacrificare gli interessi personali per il bene comune, capace di porsi come arbitro nei conflitti politici e sociali e di ripristinare la concordia, di restaurare e consolidare le istituzioni della repubblica senatoria. Costui è l esatto opposto del tyrannus (II, 51) e primeggia «per autorità, eloquenza e saggezza (I, 25). Cicerone nel dialogo assegna il ruolo di princeps a Scipione Emiliano, mentre nella realtà lo assegna forse a Milone o a Pompeo o addirittura a sé stesso. Il Somnium Scipionis, parte finale del sesto libro a cui il retore pagano Teodosio Macrobio (V secolo d.C.) dedicherà due libri di Commentarii destinati a costituire una delle fonti più importanti per la cultura filosofica e scientifica del Medioevo, rievoca un sogno durante il quale a Scipione Emiliano appare il nonno adottivo, Scipione Africano, che gli espone la teoria dell immortalità dell anima. L Africano dall alto della volta celeste mostra al nipote la complessità dell universo e la piccolezza e la caducità delle cose terrene; esortandolo a intraprendere un cammino di ascesi spirituale, gli spiega che ai benemeriti della patria, cioè ai grandi fondatori e reggitori degli Stati, ai grandi politici spetta la beatitudine eterna nella Via Lattea (parr. 13-16); in questo modo Cicerone tenta di far comprendere al suo princeps la vanità del 554

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Età arcaica e repubblicana