IL BRUTUS

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI in breve „ IL BRUTUS Alla prima metà del 46 a.C. risale il Brutus ( Bruto ), redatto in forma di dialogo e dedicato a Marco Giunio Bruto, pompeiano riabilitato da Cesare, ma, pochi anni dopo, fautore della congiura contro di lui. La scelta del dedicatario dell opera si spiega alla luce del riacceso dibattito tra la corrente atticista, per cui simpatizza Bruto, e quella asiana ( p. 543). Dopo l iniziale ricordo Una storia dell eloquenza Il dialogo, che si immagina avvenuto nella villa romana di di rtalo, Cicerone Cicerone e ha come protagonisti lo stesso padrone di casa, Bruto e Attico, si apre con la comtraccia una storia memorazione del defunto Ortensio rtalo, definito fortunato per non aver dovuto assistedell eloquenza greca re alla decadenza dell oratoria e contemporaneamente alla rovina della res publica (parr. 1-9). e romana. Il modello di riferimento per L idealizzazione del passato periodo repubblicano e l elogio di nobili illustri come Ortensio un buon oratore è rtalo e Marco Bruto sono chiari segnali di una polemica politica di Cicerone. Demostene. Il dialogo prosegue. Su richiesta di Attico, Cicerone delinea una storia dell eloquenza: alla rassegna dei più importanti oratori greci (Pericle, Isocrate, Lisia e Demostene) e a riflessioni generali sull oratoria segue il profilo degli oratori romani, dai tempi di Bruto, il fondatore della repubblica, fino all età di Cicerone. Pur individuando ottimi oratori nell epoca graccana e nel periodo successivo, dominato dall oratoria di Crasso e di Antonio (i protagonisti del De oratore), Cicerone concede la palma dell eloquenza a sé stesso e a Ortensio rtalo, i quali si erano ispirati all oratore attico Demostene, modello della sintesi del rigoglioso stile asiano e dell arido stile attico (par. 35). Gli scopi dell oratore Di particolare importanza è la sezione in cui si descrivono gli scopi che deve prefiggersi l oratore: doce re, delectare, move re, cioè «informare l ascoltatore, dilettarlo, suscitarne le emozioni più forti (par. 185). L oratore ideale è chi sa incontrare l approvazione del popolo e risultare gradito anche agli esperti. gr ce loqui Demostene nel Brutus di Cicerone Nel Brutus Demostene (384-322 a.C.) viene definito il principe degli oratori (oratorum princeps). Animato da un profondo amor di patria, egli si era sempre battuto in difesa della libertà di Atene e contro la crescente potenza macedone. Il culmine della sua eloquenza è rappresentato dalle Filippiche, che, insieme con le Olintiache (pronunciate tra il 349 e il 348 a.C. per contrastare la conquista della città di Olinto), attaccavano la politica espansionistica del re Filippo il Macedone. Con la prima Filippica nel 351 a.C. l oratore contrapponeva la determinazione del sovrano all inerzia degli Ateniesi; nonostante una pace conclusa 550 nel 346 a.C., con la seconda e la terza Filippica, pronunciate rispettivamente nel 344 e nel 341 a.C., tornava a denunciare con veemenza l operato del sovrano; di una quarta Filippica è discussa l autenticità. Lo scandalo arpalico Nel 324 a.C. Demostene fu accusato di aver preso 20 dei 700 talenti che rpalo, il tesoriere di Alessandro Magno (che nel frattempo era succeduto a Filippo), aveva depositato sull Acropoli; imprigionato perché non poteva pagare la multa di 50 talenti, fuggì e andò in esilio; alla morte di Alessandro fu richiamato in patria. Dopo Testa di Filippo II il Macedone, copia romana. Copenhagen, Ny Carlsberg Glyptotek.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana