LA BATTAGLIA CONTRO ANTONIO: LE PHILIPPICAE

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI in breve „ LA BATTAGLIA CONTRO ANTONIO: LE PHILIPPICAE Le orazioni cesariane Durante la guerra civile (49-45 a.C.) Cicerone si allinea con il Senato e Pompeo, che segue in Oriente; egli è tuttavia convinto che tanto Cesare quanto Pompeo siano mossi dalla brama di potere e non realmente interessati al bene dello Stato. A seguito della vittoria di Cesare Cicerone, rientrato a Roma, cerca e ottiene il suo perdono e si dedica, tra il 46 e il 45 a.C., alle cosiddette orazioni cesariane , con le quali difende alcuni pompeiani pentiti e, soprattutto, si spende in elogi per il nuovo dittatore. Nelle Philippicae L ultima battaglia di Cesare Dopo l assassinio di Cesare (44 a.C.) Antonio, suo fedele colè condensato laboratore, tenta di assumerne l eredità politica, avocando a sé il governo dello Stato e alleanl estremo tentativo dosi con Emilio Lepido, capo della cavalleria di Cesare. Cicerone decide allora di combattere ciceroniano di salvare la sua ultima battaglia in difesa delle istituzioni repubblicane; assumendo di nuovo un la repubblica. Sono 14 orazioni contro ruolo di primo piano, conta sull appoggio del giovanissimo Ottaviano (nipote di una sorella Antonio, descritto di Cesare; il dittatore nel suo testamento lo aveva adottato e nominato erede principale) e come un dispotico pensa di poter ricostituire un partito senatorio. tiranno nemico dello Stato. Tra il 4 settembre del 44 e il 21 aprile del 43 a.C. pronuncia contro Antonio quattordici violente orazioni tramandate anche con il titolo di Orationes Antonianae, ma note in realtà come Filippiche (Philippicae), nome attribuito dallo stesso Cicerone per creare in tal modo un legame tra sé e l oratore Demostene (384-322 a.C.), difensore della libertà della Grecia con le sue Filippiche ( p. 550). Lo scopo di Cicerone è convincere il Senato a contrastare ufficialmente Antonio ( T5 e T6), che nell ottava e nella quattordicesima Filippica tenta di far dichiarare nemico pubblico di Roma, e a sostenere Ottaviano. Nella seconda, mai declamata, Cicerone rivolge accuse infamanti ad Antonio, descritto come un tiranno dispotico, avido, rozzo e ubriacone. 3. Le opere retoriche PLUS Altre opere retoriche Se si prescinde dal giovanile De inventione, l intera produzione retorica di Cicerone si colloca nei periodi di otium letterario impostigli dalla situazione politica. Le opere retoriche nascono dall esigenza di dare una sistemazione teorica all arte oratoria, ma anche e, forse, soprattutto di dare una risposta culturale alla crisi dell epoca: se l oratore ha il potere e, dunque, la responsabilità di convincere i giudici a condannare o assolvere un imputato, o un assemblea politica a prendere decisioni che riguardano l intera collettività, egli non può essere soltanto un tecnico dell eloquenza, ma deve avere una cultura vasta, profonda e completa, che lo renda un cittadino responsabile sul piano etico e politico. „ IL DE INVENTIONE Nel trattato di Eloquentia cum sapientia Composto forse intorno all 85 a.C., il De inventione ( L invenretorica De inventione tio ), in due libri, noto nell antichità come Rhetorici libri, prevedeva l esposizione compiuta Cicerone sottolinea dell ars rhetorica, ma il lavoro viene interrotto dopo la trattazione dell inventio (da qui il l importanza di una titolo). La fonte principale è la Rhetorica ad Herennium ( p. 307), scritta negli anni in cui il solida preparazione filosofica dell oratore. giovane Cicerone compiva il proprio apprendistato. Cicerone chiarisce l importanza di una solida preparazione filosofica dell oratore: la storia infatti insegna che l eloquenza senza sapientia può trasformarsi in un arma pericolosissima, capace di causare disordini e rovinare gli Stati. Egli è convinto del grande potere della parola, in grado di incivilire i popoli e rafforzare i rapporti tra gli uomini ( T12). 548

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana