PLUS - L’ars rhetorica

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI L ars rhetorica I tre generi dell eloquenza I generi di oratoria, già menzionati da Aristotele (filosofo greco del IV secolo a.C.) nella Retorica, sono: genus iudiciale, genere giudiziario , pertinente all applicazione della legge; a questo genere appartengono i discorsi pronunciati nei tribunali dagli oratori per accusare o per difendere gli imputati nei processi civili e criminali; genus deliberativum, genere deliberativo , coincidente con l oratoria politica (guerra e pace, difesa e stabilità dello Stato, legislazione, commercio, pubblica amministrazione); è praticato nelle assemblee, in Senato o davanti al popolo; genus demonstrativum o laudativum, genere dimostrativo o epidittico o elogiativo ; propone, di norma, l elogio di un personaggio benemerito della patria ed è impiegato nelle orazioni elogiative di un personaggio vivente (panegirici) o per commemorare un defunto (laudationes funebres). La suddivisione dell ars rhetorica L orazione è il risultato di un elaborazione che la retorica classica divide in cinque fasi: inventio: è il reperimento degli argomenti (veri o verosimili), delle tesi, delle prove da addurre; dispositio: è l organizzazione del materiale trovato. La materia da trattare viene ripartita nel discorso in quattro parti: exordium (o principium): la parte in cui si annuncia l oggetto che si sta per trattare e con cui si cerca di attirare l attenzione dell uditorio e il favore dei giudici (tramite la captatio benevolentiae); narratio (o expositio): l esposizione dei fatti; argumentatio (o demonstratio): la presentazione delle prove a sostegno della propria tesi (con rmatio o probatio) e la confutazione delle prove e delle tesi dell avversario (refutatio o confutatio o reprehensio); è dunque il cuore dell orazione; peroratio (o epilogus): la conclusione, spesso breve, del discorso; a una sintesi dei principali argomenti trattati (enumeratio) segue l appello rivolto ai giudici e agli ascoltatori (ratio posita in affectibus) a essere benevoli verso l imputato (con strategie miranti a suscitare indignazione o commiserazione). 542 A questo schema base l oratore può apportare delle modifiche a seconda della propria strategia difensiva o accusatoria. Tra le parti dell orazione o all interno di esse si possono trovare diverse forme di ampli catio, come digressiones (o excursus) o descriptiones di luoghi, persone o oggetti; elocutio: è l espressione stilistica delle idee; riguarda la capacità di scegliere gli stili, il lessico e gli artifici retorici più adatti al tipo di orazione e alle sue singole parti: latinitas (o puritas o urbanitas): la correttezza morfosintattica e lessicale, cioè l opposto della rustic tas (caratterizzata da volgarismi, barbarismi, neologismi); perspicu tas: la comprensibilità, la chiarezza del discorso; deco rum o aptum: l armonia delle parti dell orazione ma anche l adeguatezza dello stile alla causa, all argomento, al contesto e all uditorio; ornatus: l insieme degli ornamenti e di tutti quei mezzi espressivi che distinguono la lingua elegante dell oratore dalla lingua corrente; memoria: è la tecnica di memorizzazione del discorso già scritto e delle posizioni dell avversario da controbattere; riguarda solo il momento della performance oratoria; pronuntiatio (o actio): è la capacità di esporre, di declamare il discorso tramite una corretta modulazione della voce (dizione, tono, inflessioni più idonee), una studiata gestualità e un accorta mimica facciale. Anche questo of cium riguarda solo la performance oratoria. Scopi e stili dell oratoria L oratore deve assolvere tre compiti (of cia oratoris): doce re o probare, informare , dimostrare ; delectare, intrattenere , procurare piacere , ricorrendo a un eloquio che soddisfi il gusto estetico dell uditorio; ecte re o move re, commuovere , persuadere . A questi scopi corrispondono tre determinati stili (genera dicendi o elocutionis), rispettivamente umile, medio e sublime.

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana