VIVA VOX - LA MORTE DI CICERONE NARRATA DA TITO LIVIO

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI in breve Con l uccisione L ultimo tentativo di un ritorno in politica Dopo l assassinio di Cesare, Cicerone di Cesare (il 15 marzo del 44 a.C.) Cicerone si schiera dalla parte appoggia Ottaviano, dei cesaricidi e si reca prima nelle sue tenute nell Italia meridionama quando questi le, poi in Grecia. I nuovi protagonisti della scena politica romana stringe alleanza con Antonio nel secondo sono Antonio e Cesare Ottaviano, figlio adottivo ed erede di Cesatriumvirato, finisce nelle re. Cicerone riprende l attività politica, dichiara totale inimicizia liste di proscrizione ad Antonio, contro il quale scrive le Filippiche, e, nonostante le e viene assassinato il 7 dicembre iniziali incertezze dovute alla sua giovane età, appoggia Ottaviadel 43 a.C. no, con l aiuto del quale pensa di poter eliminare Antonio e ripri- stinare l ordinamento repubblicano e l autorità del Senato. Contrariamente alle aspettative di Cicerone, nel 43 a.C. Ottaviano stringe il triumvirato con Antonio e Lepido. Per eliminare i cesaricidi e i loro maggiori nemici, i triumviri redigono le liste di proscrizione, nelle quali per volere di Antonio viene incluso il nome di Cicerone, che decide quindi di lasciare Roma e di dirigersi in Macedonia. Il 7 dicembre del 43 a.C., però, l oratore viene raggiunto presso Formia dai sicari di Antonio guidati dal centurione Erennio e dal tribuno Popilio, e si lascia uccidere senza opporre resistenza. VIVA VOX Gaio Giulio Cesare Ottaviano e Marco Antonio. LA MORTE DI CICERONE NARRATA DA TITO LIVIO Il retore e storico Seneca il Vecchio (vissuto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.) tramanda un passo sull uccisione di Cicerone presente nel CXX libro, ormai perduto, dell opera dello storico Livio, fonte importantissima sull ultimo secolo della storia repubblicana. Il libro liviano fu pubblicato nel 14 d.C., cioè dopo circa trent anni dall evento, ma è chiaro in esso l intento dell autore di assolvere Ottaviano e di attribuire al solo Antonio la colpa della morte dell oratore. Subito prima che i triumviri arrivassero a Roma Marco Cicerone si allontanò, tenendo per certo ed era la verità che egli non avesse più possibilità di sfuggire ad Antonio di quante ne avessero Bruto e Cassio di sottrarsi a Cesare. In un primo momento fuggì nella villa di Tuscolo, poi, per strade secondarie, partì per quella di Formia, con l intenzione di imbarcarsi a Gaeta. Da qui più volte la nave si spinse al largo; ma ora i venti contrari la riportavano indietro, ora lui stesso non riusciva a tollerare l oscillazione della nave sbattuta dalle onde in tempesta; alla fine lo prese il tedio della fuga e della vita: risalì la costa in direzione della villa, distante un miglio abbondante dal mare, e disse «morirò nella patria che tante volte ho salvato . A quanto pare, gli schiavi erano pronti a combattere, con coraggio e fedeltà, ma Cicerone stesso ordinò loro di deporre la lettiga e di affrontare serenamente quello che la sorte iniqua avesse imposto. Quindi sporse il capo dalla lettiga e presentò il collo immobile; la testa venne mozzata. Ma questo non fu sufficiente alla ottusa crudeltà dei soldati: gli tagliarono anche le mani, alle quali veniva rinfacciato di aver scritto contro Antonio. La testa fu recata ad Antonio e per suo ordine fu affissa tra le due mani sui Rostri: la tribuna dalla quale era stato ascoltato come console, e poi tante volte come ex console, e poi quello stesso anno contro Antonio, suscitando per la sua eloquenza una ammirazione mai prima concessa a nessuna voce umana. Sollevando a stento gli occhi bagnati di lacrime potevano fissare le membra del cittadino trucidato. (Seneca il Vecchio, Suasoriae 6, 17, trad. M. Lentano) Incisione raffigurante l assassinio di Cicerone lungo la via Appia nel 43 a.C. Collezione privata. 540

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana