T16 LAT ITA - La peste di Atene

L autore Lucrezio T16 La peste di Atene tratto da De rerum natura VI, 1219-1286 LATINO ITALIANO La prima sezione del nale del poema (vv. 1090-1137) analizza le cause che provocano perturbamenti dell equilibrio atmosferico tali da determinare un alterazione nociva dell aria: questo appunto accadde ad Atene nel V secolo a.C. ( Graece loqui). Nella sezione successiva (vv. 1138-1286), con la quale il poema si conclude, sono descritti i tragici effetti della peste che aveva colpito la città greca. Come vedrai leggendo il testo, a partire dal v. 1246 la numerazione dei versi è irregolare (il verso seguente è, infatti, il 1452), perché gli studiosi hanno rilevato un incongruenza logica nella sequenza tramandata nei manoscritti e hanno quindi ipotizzato, come possibile soluzione, lo spostamento dei vv. 1247-1251 alla ne del passo, dopo il v. 1286. Metro: esametri Ne c ta me n o mn no | te me re ll s so l bu s u lla Nec tamen omnino teme re illis solibus ulla 1220 comparebat avis, nec tristia saecla ferarum exibant silvis. Languebant plera que morbo et moriebantur. Cum primis fida canum vis strata viis animam ponebat in omnibus aegre; extorquebat enim vitam vis morbida membris. 1225 Incomitata rapi certabant funera vasta. Ma in quei giorni davvero non osava apparire alcun uccello né le stirpi crudeli delle fiere uscire dai boschi. Languivano in gran parte per il morbo e morivano. I cani fedeli soprattutto, stesi per tutte le strade, esalavano l anima fra spasimi; l attacco del morbo strappava infatti la vita dalle membra. Funerali deserti, senza seguito, si disputavano la via frettolosi. 1219-1225. Nec tamen vasta Nec: è unito a teme re ed equivale a vix ( a stento, appena ), o più semplicemente non . illis solibus: qui soles è utilizzato come sinonimo di dies. ulla silvis: anche gli animali erano coinvolti in questa distruzione totale, e abbandonavano il loro comportamento usuale. plera que: si riferisce a saecla. fida vis: i cani erano i primi a morire perché erano più spesso in contatto con l uomo; da non è semplicemente esornativo, ma richiama appunto la natura domestica del cane, che qui diviene causa di morte. strata: è participio da sterno; sternere viam indica propriamente la pavimentazione delle strade. viis omnibus: è ablativo di luogo senza preposizione; nota la brusca separazione dei due termini. ponebat: equivale a deponebat (simplex pro compositum). gr ce loqui la peste di lucrezio e di tucidide La peste di Atene è in primo luogo la peste descritta dallo storico greco Tucidide (460 a.C.dopo il 404 a.C.), una delle pagine più note della sua Guerra del Peloponneso. Tucidide dedicò una sezione della sua opera all epidemia che colpì Atene nell estate del 430 a.C., durante il secondo anno della guerra del Peloponneso; in quella circostanza molti Ateniesi persero la vita, tra cui Pericle, al tempo il leader della pòlis. La descrizione tucididea dell evento ritrae nel dettaglio i sintomi della malattia e le ripercussioni che quest ultima ebbe sulla popolazione ateniese. Assistiamo quindi in Lucrezio a una vera e propria opera di riscrittura, di confronto ammirato e insieme competitivo con il grande modello di prosa artistica. proprio a partire da una lettura in filigrana, cui il lettore consapevole era certo invitato, che il confronto tra i due testi produce scarti significativi, un senso nuovo, dando vita a un dialogo a distanza tra i due autori. 521

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana