T14 ITA - I doni di Venere

L autore Lucrezio T14 I doni di Venere tratto da De rerum natura IV, 1086-1123; 1141-1154 ITALIANO Una lunga sezione del De rerum natura, il cosiddetto attacco contro l amore , si estende per oltre duecento versi del quarto libro (1027-1283) ed è un insieme vasto e assai complesso. Conformemente alla dottrina epicurea, Lucrezio introduce la distinzione tra voluptas e amor: è ammessa soltanto la pura voluptas, cioè il piacere privo di turbamenti emotivi e coinvolgimenti che possano annebbiare la ratio. Per l innamorato, però, la pura voluptas può essere soltanto un illusione, poiché il coinvolgimento sentimentale suscita aspettative destinate a rimanere insoddisfatte e a creare frustrazioni. La soluzione prospettata da Lucrezio è dunque quella di volgersi ad amori occasionali o di legarsi a una donna che non accenda il furor della passione amorosa ma che, in virtù della consuetudo, susciterà con il tempo un sentimento più profondo e non distruttivo. In ciò sta infatti la speranza, che dallo stesso corpo donde sorge l ardore possa anche essere spenta la fiamma. La natura ribatte però che avviene tutto il contrario;1 ed è questa la sola cosa per cui, più ne abbiamo, 1090 più il petto s accende di desiderio nefasto. Acqua e cibo sono infatti assorbiti dentro le membra e poiché possono occupare parti definite, per questo è facile saziare il desiderio di pane e bevande. Ma dal volto di una persona e dal suo bell incarnato 1095 non giunge nel corpo nulla di cui godere, se non tenui simulacri, che spesso la vana speranza rapisce nel vento.2 Come in sogno, quando un assetato cerca di bere e non gli si dà quel che può spegnere l arsura nelle membra, ma rincorre simulacri d acqua e si affatica invano 1100 e non calma la sete, pur bevendo nel mezzo di un fiume impetuoso, così in amore Venere illude con simulacri gli amanti, e non possono saziare i propri corpi contemplando quelli accanto, né scalfire via nulla dalle tenere membra con le mani brancolando smarriti su tutto il loro corpo. 1105 Quando infine, unite le membra, godono il fiore della giovinezza, e già il corpo presagisce il piacere, e Venere è sul punto di seminare il campo della donna, inchiodano avidi il corpo e mischiano la saliva 1. In ciò il contrario: l errore degli innamorati è di valutazione intellettuale: essi si illudono che la passione possa essere placata dal contatto con la persona stessa che l ha suscitata, ma questo è impossibile (v. 1088). Al contrario, l attività ses- suale slegata da ogni interesse erotico è priva di tali illusioni, che turbano il piacere. 2. Acqua nel vento: Epicuro distingue i desideri naturali in necessari e non necessari; solo i primi, come il cibo, sono indispensabili per vivere; i secondi, seppur suscitati da stimoli naturali, non provocano la morte se inappagati, e tra questi rientra l eros. Il riferimento al cibo e all acqua in questi versi presuppone appunto tale classi cazione. 513

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana