T7 ITA - Nulla si dissolve nel nulla

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI T7 Nulla si dissolve nel nulla tratto da De rerum natura I, 215-264 ITALIANO Il principio che la scienza moderna conosce come conservazione della materia era comune a più di una corrente del pensiero antico (Empèdocle, Anassàgora, gli epicurei) e Lucrezio ne discute appena conclusa la dimostrazione della tesi complementare a questa, cioè che nulla nasce dal nulla. I corpi visibili periscono quando la forza di coesione che tiene uniti gli atomi soccombe a una forza esterna di maggiore intensità, ma gli atomi stessi non vengono distrutti. La materia è in nita e indistruttibile, e i processi di aggregazione e disgregazione sono entrambi componenti indispensabili nell equilibrio dell universo. 215 220 225 230 235 Per di più la natura torna a dissolvere ogni essere dei suoi corpi primi, ma non lo riduce al nulla. Se infatti qualcosa fosse mortale in tutte le sue parti, ogni essere svanirebbe, strappato d un tratto alla nostra vista:1 non ci sarebbe allora bisogno di alcuna forza capace di disgregarne le parti e scioglierne l intreccio.2 In realtà, poiché le cose son tutte formate da seme eterno,3 fin quando non sopraggiunge una forza che nell urto le fenda o vi penetri dentro nei vuoti e le disgreghi, la natura non lascia vedere il disfarsi di nessuna.4 Infine ciò che il tempo rimuove per vecchiaia, se lo distrugge consumando a fondo tutta la materia, di dove trae Venere la stirpe animale, secondo le specie, alle rive della luce, di dove la terra operosa la nutre e l accresce, procurando il cibo secondo le specie?5 Di dove alimentano il mare le sue fonti native e i fiumi lontani? Di dove il cielo nutre le stelle?6 Allora tutto quanto ha un corpo mortale già dovevano averlo consumato il tempo infinito e i giorni trascorsi. Che se in quello spazio di tempo trascorso ci son sempre stati i principi di cui è formato e ricomposto questo mondo, 1. Se infatti vista: dimostrazione per assurdo. Lucrezio prende in considerazione un ipotesi (che qualcosa possa essere mortale e cunctibus partibus, in tutte le sue parti prese insieme , cioè completamente, con annichilimento totale ), e dimostra che le conseguenze che ne derivano sono in contrasto con l esperienza comune. 2. forza intreccio: la disgregazione dei corpi non avviene in modo casuale e totalmente imprevedibile, ma può essere determinata soltanto dall impatto di una 490 forza esterna capace di sciogliere i legami che tenevano uniti gli atomi di quei corpi. 3. le cose eterno: gli elementi costitutivi della materia (gli atomi, non ancora introdotti esplicitamente) sono indistruttibili: una caratteristica che li distingue dagli elementi di Empèdocle e Anassàgora, i quali sottostanno invece al principio dell in nita divisibilità della materia (a-tomos in greco vuol dire indivisibile ). 4. Per di più nessuna: ai vv. 215-224 Lucrezio illustra la prima prova della conservazione della materia. 5. trae Venere specie?: l immagine richiama direttamente l inno a Venere all inizio del libro ( T2). La non distruttibilità della materia rende possibile la forza creatrice della Venus physica, responsabile della continua vitalità delle specie animate. 6. il cielo stelle?: i corpi celesti trovano nutrimento, cioè energia per la loro combustione, nel cielo. La teoria è in origine empedoclea, ma è accettata in epoca ellenistica sia dagli stoici che dagli epicurei.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana