Tua vivit imago - volume 1

LA NECROPOLI DELLA BANDITACCIA A CERVETERI Sviluppata a partire dal IX secolo a.C. e ampliata soprattutto a partire dal VII, secondo un vero e proprio piano urbanistico comprendente strade, piazze e persino quartieri , la necropoli di Cerveteri ospita migliaia di tombe di vario tipo: le più rappresentative (e suggestive) sono quelle che consistono in grandi tumuli di terra al cui interno si celano strutture scavate nel tufo vulcanico e dotate di diversi ambienti ipogei (cioè sotterranei), che imitano le stanze di un abitazione e sono a volte decorati da affreschi. La più famosa è la Tomba dei Rilievi, risalente al IV secolo a.C., che al suo interno accoglie 13 nicchie funerarie matrimoniali di stucco dipinto con cuscini rossi, oggetti di uso domestico e animali, rivelando così un vero e proprio spaccato di quella che doveva essere la vita quotidiana di una agiata famiglia etrusca del tempo. LA NECROPOLI DEI MONTEROZZI A TARQUINIA La necropoli di Tarquinia è famosa per le sue tombe dipinte, realizzate soprattutto a partire dal VI secolo a.C. e ricavate nella roccia. Tra le più famose e studiate è la Tomba della Caccia e della Pesca, composta da due camere: nella prima i dipinti rappresentano una danza dionisiaca in un bosco sacro, nella seconda una sceVIDEO La natura na di caccia e pee l arti cio I dipinti della sca e i ritratti dei necropoli etrusca proprietari della di Tarquinia tomba. LA VITA DOPO LA MORTE Il fatto che le tombe etrusche più ricche siano delle vere e proprie abitazioni dotate di arredi, ornamenti e persino alimenti, mostra che gli Etruschi credevano alla sopravvivenza del defunto, che continuerebbe a vivere all interno della tomba. Tale concezione sembra curiosamente coesistere con l idea di un viaggio dell anima che, dopo la morte, visiterebbe delle misteriose regioni ultramondane, spesso popolate da demoni mostruosi e deformi: concezione rivelata, all interno delle stesse tombe, dalle raffigurazioni di creature alate che trasportano il defunto e degli stessi demoni infernali. Vaso cinerario etrusco. La Tomba dei Rilievi a Cerveteri. Fino a noi IL RAPPORTO CON I NOSTRI MORTI L enorme sforzo architettonico e artistico testimoniato dalle necropoli etrusche mostra l importanza che in quasi tutti i popoli antichi veniva attribuita al rapporto con la morte e con i morti. Molti storici, antropologi e sociologi, tra i quali il francese Philippe Ariès (1914-1984), autore di diversi saggi sul tema (L uomo e la morte dal Medioevo a oggi; Storia della morte in Occidente), hanno messo in luce, nelle società occidentali contemporanee, un atteggiamento sostanzialmente opposto, spesso definito come rimozione della morte : oggi si tenderebbe, cioè, a parlare il meno possibile della morte e il culto dei defunti sarebbe sostanzialmente trascurato, soprattutto se posto a confronto, appunto, con l importanza che esso aveva nell antichità e nel Medioevo (e, in parte, ancora nell Età moderna). Sei d accordo con l osservazione di Ariès? E, se sì, come pensi che si possa spiegare questa rimozione della morte nella società contemporanea? Può essere una conseguenza del razionalismo scientifico e del processo di industrializzazione? Oppure è il segno di una concezione edonistica e individualistica della vita?

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Età arcaica e repubblicana