Tua vivit imago - volume 1

L autore Catullo 10 Cernitis, innuptae, iuvenes? consurg te contra: Nimirum Oetaeos ostendit noctifer ignes. Sic certest; viden ut perniciter exilue re? Non temere exilue re; canent quod vincere par est. Hymen o Hymenaee, Hymen ades o Hymenaee. Vedete i ragazzi, vergini? Alzatevi ad incontrarli: la stella notturna mostra la sua luce sull Eta. così; vedi con che fretta si sono alzati? E non a caso: canteranno un inno vittorioso. Imene Imeneo, vieni qui, Imene Imeneo. (trad. G. Paduano) 6-10. Cernitis, innuptae Hymenaee La seconda strofe è af data al coro delle vergini (innuptae), invitate a guardare i ragazzi e ad alzarsi a loro volta. consurg te: preceduto da iuvenes, riprende il v. 1: la scelta lessicale e la collocazione delle parole contribuisce a creare l effetto di responsione. Nimirum ignes: anche la menzione di Vespero è costruita per rispondere alla strofe precedente: l astro è de nito noctifer con variatio nell atto di mostrare (ostendit: al v. 2 c era tollit) le luci etee (ignes, che varia lumina del v. 2, è accompagnato dalla determinazione geogra ca che rimanda al monte Eta, in Tessaglia). Sic certest exilue re: dopo l espressione della certezza (certest equivale a certum est), le ragazze invitano a osservare la rapidità (perniciter) con cui i giovani sono saltati in piedi (exilue re è un perfetto arcaico e poetico, equivalente a exiluerunt). Nota la costruzione arcaica di viden ut seguito dall indicativo. Non temere par est: il perfetto, accompagnato con variatio* questa volta dall avverbio temere ( a caso ), è ripetuto nel verso successivo, in cui è immediatamente accostato al futuro canent, che si trova inserito in una struttura sintattica ambigua, sulla quale gli studiosi non sono concordi (vincere, riportato nel testo, è frutto di una correzione del testo trasmesso dai manoscritti, che presenta invece vise re). Analisi del testo Variazione su un tema della poesia greca Il carme 62 è uno dei più aderenti, nella forma e nei contenuti, ai modelli rappresentati dai lirici greci e mostra, nello speci co, notevoli consonanze con la poesia di Saffo (la poetessa di Lesbo vissuta tra il VII e il VI secolo a.C.); l invocazione a Vespero presente nei versi qui riportati si legge, per esempio, nel frammento 104a Voigt: «Espero, tu riporti ogni cosa che Aurora lucente disperse: / riporti la pecora, riporti la capra, porti via la glia alla madre (trad. F. Ferrari), che trova preciso riscontro al v. 21 del componimento catulliano: qui natam possis complexu avellere matris, «tu che puoi strappare la glia all abbraccio della madre (confronta anche il frammento 104b: «tu che sei la più bella di tutte le stelle , con il v. 26: Hespere, quis caelo lucet iucundior ignis?, «Espero, quale amma splende in cielo più lieta? ). A un contesto greco rinviano, del resto, anche i riferimenti geogra ci (il monte Eta, al v. 7). Il tema del matrimonio Allo stesso tempo, il componimento si inserisce, per il tema matrimoniale, in un discorso che è presente in una parte signi cativa della produzione poetica catulliana: come ha osservato il latinista Alex Agnesini (Il carme 62 di Catullo. Edizione critica e commento), al tema del matrimonio sono dedicati 702 versi sui 2300 versi circa di tutto il Liber, quindi quasi un terzo. Se, dunque, da un lato il carme 62 si presenta come un esercizio di stile, una variazione su un tema della lirica greca, dall altro è parte di una ri essione più generale caratteristica di Catullo: una ri essione che lo stesso studioso interpreta alla luce della crisi, nel I secolo a.C., delle istituzioni romane, alla quale il poeta risponderebbe con un recupero dei valori del passato: «Nel momento storico in cui le istituzioni dello stato crollano, Catullo compie un nòstos [ ritorno ] verso valori che stanno andando alla deriva, volgendosi verso ciò che antropologicamente costituisce l istituzione di tutte le istituzioni : il matrimonio . Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 427

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana