VERBUM DE VERBO - Il bacio

L autore Catullo verbum de verbo / Basiatio / Nei due carmi sui baci (5 e 7) Catullo sceglie le parole basium e basiatio. Che cosa significano esattamente e quali altri sostantivi esistono in latino per indicare un bacio? Dal termine basium, di origine incerta (forse celtica) e usato per la prima volta da Catullo, derivano i termini correnti nelle lingue romanze (per esempio, il provenzale bais , l italiano bacio e lo spagnolo beso ), nonché il verbo basio, -as, -avi, -atum, -are (con cui Catullo crea una bella figura etimologica al v. 9 del carme 7: basia multa basiare). Deriva dal verbo il sostantivo basiatio, più lungo e intenso e di uso più raro (dopo Catullo, verrà ripreso due volte da Marziale). Gli altri due termini con cui usualmente si definisce il bacio sono osculum e savium. In un passo (1, 398) delle Differentiae verborum di Isidoro di Siviglia (VI-VII secolo d.C.) viene così spiegata la differenza fra i tre vocaboli: liis osculum dari dicimus, uxoribus basium, scorto suavium. Item osculum caritatis est, basium blanditiae, suavium voluptatis («diciamo che un osculum si dà ai figli, alle mogli si dà un basium, a una prostituta un suavium. E parimenti un osculum è segno di affetto, un basium di p piacere carezzeiderio sessuale ). vole, un suavium di desiderio Auguste Rodin, Il bacio, 1901. Londra, Scottish National Gallery. Analisi del testo Un numero inde nito Alla domanda di Lesbia (vv. 1-2) il poeta risponde con un duplice paragone, con la sabbia libica e con le stelle (vv. 3-8): si tratta di realtà impossibili da enumerare e per questo adatte al parallelo con i baci, che devono essere molti per Catullo folle d amore, cosicché nessuno possa contarli e gettare il malocchio sulla coppia di amanti. Connessioni tra dottrina e vita L ampia sezione centrale del carme è esemplare della strettissima connessione tra l estrema dottrina di sapore alessandrino (che si manifesta nelle scelte lessicali ricercate come lasarpiciferis, ma anche nello stesso tema aritmetico, così come nelle divagazioni geogra che) e la soggettività del poeta, capace di richiamare l attenzione sulla situazione concreta del suo rapporto con Lesbia per mezzo di brevi pennellate, come la notte silenziosa (cum tacet nox) e le stelle che osservano gli amori furtivi degli uomini (quam sidera multa furtivos hominum vident amores). La struttura del carme La coesione formale del componimento è rispecchiata dalla sua struttura, organizzata per gruppi di due o quattro versi ciascuno: alla domanda di Lesbia (vv. 1-2) segue infatti la rispo- sta del poeta (vv. 3-12), che si divide in una similitudine* (vv. 3-10) e nella chiusa (vv. 11-12); la similitudine si divide a sua volta in due protasi (vv. 3-6: Quam ; 7-8: aut quam ) e in un apodosi (vv. 9-10: tam ). A conferire ulteriore compattezza alla struttura è, inoltre, la Ringkomposition* che collega i primi due versi, contenenti la domanda di Lesbia (basiationes sint satis superque, vv. 1-2), e gli ultimi due della similitudine con la quale Catullo risponde (basia basiare satis et super est, vv. 9-10). Segnali per la cerchia di letterati Anche le modalità di rappresentazione del suo rapporto con Lesbia diventano qui per Catullo l occasione di una orgogliosa, ma allo stesso tempo discreta, rivendicazione poetica. Sono soprattutto i versi sulla sabbia a nascondere i segnali di un omaggio letterario ben preciso. Preceduti da espressioni colloquiali e affettive (basiationes e satis superque, vv. 1 e 2) che stemperano il tono, il sil o, l oracolo di Giove e il sepolcro di Batto richiamano precisamente il poeta Callimaco. E per gli amici intenditori Catullo inserisce una chicca : il nome Cy re nae ha la prima sillaba breve, un eccezione a Roma, ma la norma per Callimaco. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 393

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana